CHIAVE D’ACCESSO

La telematica sostenibile

C’è una telematica ricca. Va veloce, scambia file pesanti, cura la grafica.
E c’è una telematica povera. Lenta, scambia testi semplici, scarna.
C’è un nord e un sud anche in internet.
Alessandro Marescotti

Si parla di sviluppo sostenibile. È arrivato il momento di parlare anche di telematica sostenibile. Quando scriviamo un messaggio di posta elettronica e inseriamo caratteri in corsivo, in grassetto o colorati, stiamo rendendo l’e-mail molto più “pesante” e questo rallenta la ricezione della posta elettronica.
Dovremmo quindi – quando è possibile – evitare di abbellire il testo delle nostre e-mail con grassetti, scritte colorate e immagini. Se la grafica non è strettamente indispensabile sarebbe auspicabile essere più “ecologici” e meno spreconi nella comunicazione. Gli speciali font di caratteri possono infatti anche quintuplicare il tempo di ricezione delle e-mail. Noi spesso non ce ne accorgiamo perché abbiamo connessioni veloci, ma un africano se ne accorge subito.
Alcuni usano la grafica per rendere più gradevole, simpatico e personale il messaggio. Altri hanno il programma di posta elettronica “preimpostato” per Villaggio africano. l’invio di messaggi basati sui codici html. Spesso non lo sanno. Accade così che rallentano la comunicazione delle e-mail anche senza usare grassetto, corsivo e colori vari.
Sarebbe quindi opportuno esplorare il menù del proprio programma di comunicazione e-mail e impostarlo sull’opzione “solo testo” (ASCII), evitando di inviare anche i codici html che “ingrassano” e “appesantiscono” il messaggio di posta elettronica.
Come pure andrebbe evitato l’invio di allegati word quando il loro testo potrebbe essere semplicemente copiato e incollato all’interno del messaggio. E questo per due ragioni: gli allegati rallentano la ricezione della posta elettronica e costituiscono un veicolo potenziale per i virus informatici. Accade spesso che vi siano utenti che inviano a decine e decine di altri utenti messaggi con allegati “pesanti” che si scaricano con lentezza tramite le nostre connessioni veloci. Figuriamoci il fastidio per chi scarica in Africa tali allegati ingombranti.
Occorre impostare i nostri comportamenti telematici per far convivere in un unico villaggio globale la “telematica ricca” e la “telematica povera”.
Il mondo delle diseguaglianze sociali si sta rispecchiando in un villaggio telematico mondiale a due velocità. Il mondo ricco rischia di non comunicare con il mondo povero “alla pari”, ma di sommergerlo di bit. Le velocità, che a noi danno l’ebbrezza, diventano invasive e devastanti per il mondo povero che non le potrà sopportare e “ingoiare”. Il mondo della telematica opulenta del Nord del pianeta sta poggiando le sue possenti natiche sulle fragili connessioni della telematica povera. I primi esperimenti di telematica sociale alternativa in Africa saranno schiacciati se non sapremo promuovere una “telematica sostenibile” come parte integrante di un nuovo modello di sviluppo sostenibile.
Attualmente gran parte dell’Africa non può collegarsi al web perché non ha il telefono. Senza telefono si può avere accesso solo alla posta elettronica tramite il “packet radio” che comunica le e-mail con le onde radio e a velocità bassissime. Nelle grandi città africane ci si può permettere il lusso di collegarsi al web ma con velocità di accesso modeste e le nostre pagine web piene di immagini e inutili animazioni diventano macigni da scaricare.
Ecco allora che ritorna la domanda: come promuovere una telematica sostenibile? Così come si è cominciato a fare con l’ecologia e l’economia del commercio equo e solidale, dobbiamo coltivare anche una cultura e una coscienza della telematica sostenibile e solidale.

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