EDITORIALE

In movimento

Alex Zanotelli

È un momento importante questo, da sfruttare bene. Siamo alla vigilia di appuntamenti significativi nel mondo. In Gran Bretagna e negli USA il grande movimento di base ha ripreso a farsi sentire. Un esempio per tutti è la mobilitazione a Edimburgo in occasione del G8. È un momento importante anche per la nostra realtà di base che con fatica inizia a farsi sentire. Non è stato facile far ripartire la rete per la remissione del debito. È incredibile come la grande rete che ha portato a Genova nel 2000 e alla approvazione della legge 209 sul condono del debito si sia sfaldata e si debba quasi ricominciare daccapo. Qualcosa di grave è accaduto in questi anni: un incredibile calo di tensione. C’è una frammentazione paurosa che fa il gioco del sistema! È in questo contesto che ci siamo ritrovati a Roma il 24 giugno scorso per lanciare il documento “Tempo scaduto” che ha lo scopo di aiutare le realtà locali a ritrovarsi, a discutere, per costituire la realtà di base (gruppi, cooperative, cellule, persone che sono critiche del sistema) in soggetti politici che possono parlare e trattare con le forze politiche.
Per ora chiediamo l’adesione delle associazioni al manifesto “Tempo scaduto”. È ora di rimetterci insieme, di coalizzarci, di fare rete. Primo appuntamento è il G8 a Gleneagles (Edimburgo), dove i grandi della terra si incontrano. È fondamentale il problema del debito, che deve ritornare a occupare un posto prioritario nella nostra agenda di lavoro. La tanto conclamata notizia della remissione del debito a diciotto nazioni povere (così annunciata dai ministri delle Finanze Brown e Snow, rispettivamente inglese e americano) è solo un po’ di marketing prevertice.
È per noi troppo poco, ma soprattutto un altro passo falso. Infatti la remissione del debito avviene dentro l’operazione HIPC che prevede l’imposizione in quei Paesi degli aggiustamenti strutturali che tanti disastri hanno già procurato ai poveri!
Ancora più grave è la posizione del nostro Governo che non ha alcuna politica sul debito, non vuole stanziare fondi per l’aiuto pubblico ai Paesi impoveriti (siamo all’ultimo posto nella lista dell’OCSE) e perfino quei pochi fondi della cooperazione sono stati utilizzati per pagare i soldati italiani in Iraq. Mai eravamo caduti così in basso in Italia!
Dobbiamo reagire e fare pressione, protestare in tutte le maniere possibili a cominciare da Edimburgo, “Make poverty history”, ovvero “Getta la miseria fuori della storia”, è lo slogan amato e ripetuto da Nelson Mandela: “Come l’umanità ha scacciato dalla storia la schiavitù e l’apartheid, così dovrà essere per la miseria”. Questa mobilitazione e prassi dovrà continuare ben oltre il G8 e proseguire per tutta una serie di eventi che ci attendono nei prossimi sei mesi. A New York si terrà dal 13 al 16 settembre un vertice delle Nazioni Unite dove i Capi di Stato faranno la verifica dei cosiddetti Millennium Goals (Obiettivi del Millennio) scelti cinque anni fa, fra i quali dimezzare la miseria e i morti di fame entro il 2015. Nello stesso tempo rifletteranno insieme sulla riforma in senso democratico delle Nazioni Unite. Sarà un momento importante per fare pressione anche sul nostro Governo per valutare quali sforzi e misure ha adottato per realizzare gli otto obiettivi. La società civile si mobiliterà in tutte le capitali del mondo e noi ci uniremo alla tradizionale marcia Perugia-Assisi che, per questo, assumerà un significato ancora più rilevante. Così sarà a Washington il 9 settembre per il vertice annuale della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale. La base statunitense si sta organizzando per nuove manifestazioni soprattutto sul tema del debito.
L’arrivo alla Banca Mondiale del falco Wolfowitz non aiuterà di certo! Infine, molto importante sarà la Conferenza dei Ministri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che si terrà a dicembre a Hong-Kong. Questa volta verrà finalmente discusso il GATS (Trattato Generale sul Commercio dei Servizi).
Il pericolo è che servizi essenziali per i poveri e per le categorie più deboli come l’acqua, la sanità e la scuola siano mercificati. Se questo avvenisse, sarebbe un disastro per i poveri: milioni di morti. Purtroppo i poteri economico-finanziari hanno già messo le mani avanti eleggendo a presidente il francese Pascal Lamy (ex Commissario per il Commercio dell’UE), l’uomo delle multinazionali europee dell’acqua. Occhio alla mercificazione dell’acqua! È questo il momento del coraggio, della cittadinanza attiva. Soprattutto le Chiese, le parrocchie, devono avere il coraggio di uscire dalle sagrestie ed entrare nel vivo della storia. Dobbiamo sporcarci le mani. Per me non è solo una questione morale ed etica, ma è ormai teologica: si tratta di vita o di morte.
Chi crede nel Dio della vita non può starsene fuori.

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