CHIAVE D’ACCESSO

Sta arrivando una rivoluzione

Telefonare gratis con i cellulari non è un’utopia. Ma le resistenze saranno tante perché il capitalismo non è ancora pronto a digerire questa indigesta novità.

Alessandro Marescotti

Ebbene sì, una rivoluzione è possibile: telefonare gratis con i cellulari. Vediamo la fattibilità, fin da ora, di una telefonata gratuita fra cellulari che scavalchi Tim, Omnitel, Wind e Tre.
Occorre un cellulare che sia dotato di modulo wi-fi. Occorre poi una connessione ADSL wi-fi (si chiama “access point”). Occorre infine dotare il cellulare di un software per telefonia gratuita. Attualmente esiste il software Skype, ad esempio. Il comune di Roma ha cominciato a fare una cosa del genere in alcuni giardini pubblici. Tali connessioni (che da ora in poi chiameremo “hotspot”) diffondono gratuitamente in un raggio di alcune centinaia di metri la connessione ADSL. Alla stessa connessione si possono collegare in contemporanea decine di studenti e insegnanti. Come? Con computer portatili dotati di un modulo elettronico wi-fi: tutti i nuovi portatili ne sono dotati. Per i vecchi portatili la connessione wi-fi è fattibile con apposite “pennine” da mettere nella presa USB, dal costo inferiore ai 30 euro, che scenderanno alla metà nei prossimi sei mesi. Per i software di connessione telefonica gratuita... nessun problema perché sono gratuiti anch’essi. E il costo degli hotspot? Una ventina di euro al mese. Una spesa più che sopportabile per scuole ed enti pubblici, che spendono molto di più per la spazzatura.

Palmari per telefonare
I portatili in connessione telefonica senza fili possono essere sostituiti da “palmari” del peso di un etto, dotati di modulo wi-fi che li colleghi agli hotspot, il software per la telefonata gratuita e la cuffia (o l’auricolare) con il microfono. Tali palmari sono già disponibili. Quindi già ora si può telefonare mediante palmari wi-fi: senza pagare nulla.
Un altro aspetto importante di questa rivoluzione: i bit viaggerebbero sotto i nostri piedi. Cablare le città anziché aumentare le antenne potrebbe ridurre l’elettrosmog.
Perché non si parla di questa rivoluzione? Può danneggiare i profitti. E viene messo il “silenziatore”. La rivoluzione quindi sta nel portare la telefonia veicolata tramite Internet (tecnicamente si dice “Voip”) sui cellulari. Il Voip su telefonia mobile è già maturo.
Le grandi multinazionali dei telefonini cellulari che interesse hanno a rompere questo matrimonio di interesse per lanciare dei telefonini dotati di modulo wi-fi? Eppure il costo di un telefonino con modulo wi-fi potrebbe essere contenuto sui 70-80 euro. Questa non è una faccenda solo tecnica, ma è una rivoluzione strategica molto indigesta. È una faccenda terribilmente politica.

Il ruolo della società civile
Comincia ora una sfida per orientare questa rivoluzione prima che scenda in campo Microsoft per metterci il cappello sopra e annunciare cellulari con il proprio sistema operativo in grado di collegarsi gratis agli hotspot. Nel 1991 anticipammo i tempi. Creammo PeaceLink quando quotidiani come Repubblica e il Corriere della Sera non usavano neppure le e-mail. Oggi occorre nuovamente anticipare i tempi e costruire una comunicazione più libera ed efficace, nel segno della pace, della solidarietà e della libertà e non nel segno del mero profitto.

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