Nata per servire
In quella protestante. Per ora.
Anne Zell, consacrata pastora nel 1993 in Germania, è in Italia dal 1995. Prima a Pinerolo, poi a Verbania, dal 2002 è pastora della Chiesa evangelica valdese di Milano. Ha partecipato a molti convegni ecumenici e scrive su riviste sia evangeliche che cattoliche. Fa parte del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano.
Anne, per la Chiesa evangelica, il riconoscimento del ruolo delle donne è un dato acquisito?
Alla sua sequela Gesù ha chiamato sia uomini che donne, come ci attestano le Scritture. Donne che seguivano Gesù sono riuscite a spezzare il ruolo tradizionale, come Maria che osava sedersi ai piedi di Gesù, così come facevano gli studenti dei rabbini, invece di servire a tavola. Non a caso Gesù si rivela ad alcune donne, anche straniere ed escluse come la Samaritana, la Cananea. Nella nostra tradizione protestante, solo negli anni Settanta nella Chiesa valdese le donne sono state pienamente accolte come Ministre della Parola Ordinate. Sin dall’inizio nel movimento valdese c’erano, però, donne che predicavano sulle piazze in modo itinerante. Era una comunità mista che suscitava scandalo perché erano donne che non si sposavano e che non vivevano in un convento. Donne che liberamente giravano con un gruppo di fratelli e sorelle.
E questo cosa può dire al mondo di oggi, a credenti e non credenti?
Per me è anzitutto un segno di speranza. Senza arrivare per forza a dire che le donne possono esprimere questo ministero in modo migliore degli uomini, credo che ci possano essere modi diversi di comunicare anche per esperienze di vita differenti. Questo aumenta la ricchezza della comunicazione e della testimonianza. Le donne sono in contatto più stretto con la vita e con la morte. Sono le donne che, oltre a generare la vita, spesso sono presenti negli ultimi momenti della vita di una persona. Curano ammalati e sono forse più sensibili nell’accompagnamento. Nelle comunità di tutte le Chiese cristiane ci sono più presenze femminili. Servizio e diaconia spesso nascosti o vissuti nell’ombra. È importante rendere più visibile il ruolo e il contributo delle donne nella testimonianza del Vangelo.
E la missione di una Pastora oggi?
Per me la cosa più importante è stare vicino il più possibile alle persone. Prima di tutto facciamo parte di una comunità che ascolta. Poi abbiamo un ruolo specifico: aiutare all’ascolto della Parola. È importante non mettersi mai al di fuori di questo contesto di fraternità, di comunità di persone che ascoltano e sono in ricerca.
Ma non solo questo…
Dall’ascolto della Parola deriva l’impegno all’ascolto dell’altro, del fratello, della sorella, la disponibilità a tessere legami, a ricucire dei rapporti. Più che un compito di insegnare, vedrei per me un compito nell’ascoltare, nel raggiungere le persone, nel diventare voce di chi non ha voce. Come del resto ha fatto Gesù, accanto a chi non contava, a chi non aveva alcun valore per l’opinione pubblica di allora. Da qui l’attenzione verso ‘i “piccoli”, i deboli, i minacciati, le vittime…
Da poco è stata nominata una donna moderatora della Tavola valdese, Maria Bonafede.
I mass-media hanno dato molto rilievo alla nomina di una donna. Per noi, per me almeno, è solo una conseguenza, una coerenza con quanto si diceva prima. Se ci sono donne che rivestono vari ruoli, non dovrebbe essere una notizia così grande quella della nomina di una donna come responsabile dell’Unione delle Chiese valdesi e metodiste in Italia. Certo, anche nel nostro ambiente evangelico c’è voluto un po’ di tempo. Siamo anche noi parte di questo mondo. La nomina di Maria Bonafede ha valore in termini di visibilità. Nella mia Chiesa di Milano adesso siamo due donne Pastore, oltre a un Pastore, per di più entrambe straniere. In tutte le Chiese evangeliche di Milano c’è un equilibrio numerico tra uomini e donne.
E il dialogo ecumenico?
A Milano mi sembra che le cose vadano bene. È apprezzato molto anche il ministero femminile, nonostante che né la Chiesa cattolica né quella ortodossa esprimono il loro essere Chiesa attraverso il ministero femminile. Ho sempre riscontrato molto rispetto, stima. Ho molti contatti con diverse scuole bibliche. Un bell’esempio di collaborazione ecumenica è stato il recente convegno per giovani a Firenze “Osare la pace per fede” che avrà un seguito.