EDITORIALE

La vittoria sarda

Alex Zanotelli

La notizia che le truppe USA lasceranno la Maddalena entro breve è una notizia per noi importante.
Lo ha annunciato il Ministro della Difesa Martino dopo un incontro con il suo omologo Rumsfeld a Washington il 22 novembre scorso.
La base USA per l’attraccaggio di sommergibili nucleari verrebbe spostata a breve termine fuori dal territorio nazionale. Rientrato in Italia il Ministro Martino ha confermato il tutto e ha aggiunto: “Dalla Maddalena non andranno via solo i sommergibili ma tutto l’insediamento militare americano”.
Il tutto entro massimo un anno. Il 23 novembre Martino ha aggiunto, dopo il colloquio con il presidente Soru della Sardegna, che anche l’arsenale militare italiano sarà totalmente disarmato e consegnato alla Regione. Rimane però ancora la base militare Nato. La Sardegna è infatti un punto chiave nel dispositivo della Nato con una massiccia presenza a Quirra e Capo Teulada.
Questo è un passo importante verso la smilitarizzazione della Sardegna. E viene dopo una lunga e spiritata contestazione dei gruppi pacifisti sardi di base guidati dal presidente Soru. “Noi non abbiamo nulla contro gli americani – aveva detto Soru – ma trent’anni di servitù militare è più che sufficiente. Se ne vadano altrove”. Salutiamo con gioia questa vittoria per smilitarizzare la Sardegna che ha richiesto anni intensi di mobilitazione.
Ma è solo l’inizio, sia per la Sardegna, sia soprattutto per il sud d’Italia. È evidente ormai per tutti che le regioni oggi più militarizzate sono quelle del sud che costituisce ora la frontiera nella lotta contro il nemico: il Nord-Africa, il Medio Oriente, l’Islam. La regione più militarizzata è certamente la Puglia con i due aeroporti militari: Gioia del Colle con i potenti Euroflighters (costavano 130 miliardi di vecchie lire cadauno) e Amendola con i Predators (gli aerei-spie che volano a velocità supersonica e senza pilota). A Brindisi si sta attrezzando il porto per l’attraccaggio di sommergibili nucleari. A Taranto due basi militari Nato: una sotto comando italiano già operativa, l’altra sotto comando americano in preparazione, oltre ai vari poligoni di tiro sulla Murgia.
Poi la Sicilia con le due grandi basi militari. La più importante Sigonella che si è ingrandita enormemente per diventare la base operativa per la lotta al terrorismo in tutto il Medio oriente. Infine la Campania dove la presenza militare si concentra soprattutto su Napoli nel cui porto attraccano navi da guerra con dispositivi nucleari e dove si è trasferito il Comando Supremo delle forze navali di pronto intervento americano. La Joint Force Command di Napoli è comandata da un ammiraglio americano che è anche comandante delle forze navali USA in Europa e della Forza di Risposta della Nato.

Un augurio di buon Natale a tutte le lettrici e i lettori di Mosaico di pace. Un augurio di un buon anno nuovo. Ci ha visti insieme il vecchio anno che ci volta le spalle. Camminare insieme, attraverso le pagine del nostro mensile, verso lidi più accoglienti, liberi da violenze e da armi, da oppressioni e da finzioni, verso sentimenti e relazioni più autentiche, verso una maggiore giustizia sociale e una maggiore integrazione tra culture. Vi ringraziamo per il sostegno e la forza che ci date e per la fedeltà con cui seguite i nostri sforzi. Che il nuovo anno possa trovarci con tutta la passione e la fermezza necessarie per una ricerca nonviolenta di un mondo migliore.
La redazione di Mosaico di pace

E un impressionante dispiegamento di forza militare comandata dagli USA che usano la Nato per meglio controllare militarmente l’Europa. “Le basi USA in Italia e in Europa servono a mantenere l’influenza e la leadership statunitensi nella Nato” afferma un recente documento del Pentagono.
Ricordiamoci che la Nato non è più un organizzazione di difesa contro i paesi comunisti (così è nata!) ma di attacco ovunque gli interessi occidentali siano minacciati nel mondo (Vertice di Washington del ’98). Con il vertice di Praga (2002) la Nato ha accettato il principio della “guerra preventiva”!
Ricordiamo che con il nuovo documento del Pentagono nella “guerra preventiva” potranno essere usate anche le armi nucleari.
Se persino il senatore G. Andreotti è arrivato a dire nel 1989 che la Nato poteva benissimo sciogliersi…non capisco perché non si riesca a parlare di questo e del pericolo atomico che ci sovrasta.
“I rischi di una guerra nucleare sono oggi molto più concreti e gravi che in tutti gli anni della Guerra Fredda” ha scritto di recente nel suo libro Il Nucleare il noto fisico A. Baracca. Allora si capisce perché Turi Vaccaro ha fatto quel gesto di entrare nella base Nato di Woendrecht (Olanda) e di rompere i comandi dei due F16 che portano armi atomiche.
Ma perché quel suo gesto cade nel silenzio quasi generale anche del mondo pacifista? Perché abbiamo così paura di parlare di Nato, di bombe atomiche?
Come Chiesa quand’è che esprimeremo un giudizio morale?
Si tratta di vita o di morte per tutti!

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