Capitalia: Lamanda, -65% Operazioni Su Export Armi Nel 2005
(ANSA) - ROMA, 14 gen - Nel corso del 2005 Capitalia ha ridotto di oltre il 65% gli importi delle transazioni legate a operazioni di import/export di armamenti (il 75% delle operazioni effettuate nell'anno riguarda il Regno Unito e la Norvegia), con un netto ridimensionamento della relativa quota di mercato. Lo ha detto Carmine Lamanda, direttore generale di Capitalia nel corso di un convegno. "A partire dal 2004 - ha aggiunto - Capitalia ha adottato una direttiva interna che fissa criteri estremamente restrittivi sia per quanto riguarda l'attività di assistenza alla clientela esportatrice di armamenti sia per quanto riguarda l'erogazione di finanziamenti e di qualsiasi altro servizio bancario verso questo settore".
Lamanda ha sottolineato di considerare ammissibili solo operazioni che riguardano attività "non offensive", quali i sistemi di radaristica, l'avionica, i sistemi di trasmissione satellitare, la cantieristica navale e i carri non armati per trasporto truppe. Il nucleo dei paesi potenzialmente destinatari delle esportazioni è stato, inoltre - spiega Lamanda - limitato all'area dell'Unione Europea, agli 11 paesi Ocse extra Ue e a due altri paesi Nato; sono perciò esclusi quei paesi notoriamente coinvolti in operazioni belliche o ricompresi in aree geo-politiche particolarmente instabili.
Questo doppio "filtro" - sul tipo di prodotti e sul nucleo di Paesi - consente di evitare ogni intervento in caso di ambiguità", ha sottolineato il direttore generale delal banca romana. Anche per effetto di queste severe limitazioni, la politica seguita nei confronti di un settore ad alto contenuto di ricerca e di innovazione - ha concluso Lamanda - è volta ad incentivare comportamenti virtuosi, nel rispetto dei principi dell'ordinamento e dei valori etici di Capitalia.