A Roma il primo convegno nazionale della campagna "banche armate"
Dopo sei anni di lavoro della campagna i prodotti "etici" acquisiscono mercato, ma l'esecutivo aumenta le autorizzazioni all'export delle armi. "Trasparenza in pericolo se si modifica la legge 185/90".
Roma, 14 gennaio 2005 - 1,3 miliardi di euro. È il valore delle autorizzazioni all'esportazione delle armi concesse alle banche dal Ministero dell'Economia nel 2004: quasi il doppio rispetto alla media dei tre anni precedenti, attestata intorno ai 690 milioni di euro.
Sono i dati che verranno discussi oggi a Roma dal primo convegno nazionale della Campagna di pressione alle "banche armate", dal titolo Cambiare è possibile - dalle banche armate alla responsabilità sociale, organizzato dalle tre riviste promotrici della campagna (Nigrizia, Mosaico di Pace, Missione Oggi), in collaborazione con l’Associazione Finanza Etica (AFE) e con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Roma e Provincia di Roma.
Eppure, nonostante i tentativi del governo di rinvigorire il settore, un dato emerge con chiarezza: i sei anni di lavoro della campagna sono serviti a sensibilizzare i cittadini e le banche ai finanziamenti "responsabili".
Osservando i dati sul finanziamento all'esportazione delle armi, si nota in effetti come alcuni dei principali istituti di credito del nostro paese si siano diretti verso il miglioramento della propria responsabilità sociale. Unicredit ad esempio, che nel triennio 1999-2001 disponeva di un terzo delle autorizzazioni rilasciate dal Ministero dell’Economia, ha ridotto nel 2002-2004 la propria partecipazione al 5,7% ed un impegno a non assumere più contratti di questo tipo Banca Intesa, che ricopriva un ruolo di prim’ordine nel settore (il 18,5%), ha diminuito – a seguito della direttiva dell’amministratore delegato - la consistenza delle proprie operazioni al 6,7%, con una significativa ulteriore riduzione nell’ultimo anno.
”E' veramente un bel risultato per chi lavora da anni su questi temi, che ci sprona a proseguire su questa strada, estendendo la pressione a livello europeo, coordinandoci con le associazioni già attive nel settore” - dice Giorgio Beretta, coordinatore della Campagna.
“Si tratta ovviamente – dice Marco Gallicani, Direttore dell’Associazione Finanza Etica - solo di un primo tassello verso la responsabilizzazione della filiera finanziaria, ma che dimostra come le pressioni di cittadini, associazioni, organismi ed enti locali possano avvicinare questi grossi istituti alle prassi che tradizionalmente vengono sostenute dalle Banche di Credito Cooperativo e da Banca Etica”.
Padre Carmine Curci (Nigrizia), padre Nicola Colasuonno (Missione Oggi) e don Renato Sacco (Mosaico di Pace) rinnovano la preoccupazione circa l’atteggiamento dell’esecutivo, che prende di mira una Campagna che chiede trasparenza. Anziché essere ben fiero se importanti Istituti di credito privati hanno deciso, nella loro politica di responsabilità sociale d'impresa, di dotarsi di normative sul commercio delle armi italiane, il governo vuole modificare la legge 185/90 che prevede l’annuale relazione sull’export d’armi per eludere la trasparenza nel settore.
I dati sulle banche coinvolte nel finanziamento all'export delle armi e gli approfondimenti sulle attività della campagna di pressione alle banche armate nella SALA STAMPA VIRTUALE dell'evento al link http://www.metamorfosi.info/met_banchearmate_sala_stampa.asp