Buongiorno, notte
Ho visto il film “Buongiorno, notte”, sulla vicenda tragica dell’onorevole Moro. Ho ammirato la bravura del regista nel rievocare una vicenda così complessa e ancora tanto misteriosa. Ho avuto l’impressione che vengano interpretati benevolmente i brigatisti rossi, che in realtà continuarono a uccidere (ad es. il prof. Bachelet); ma queste riesumazioni continuano a ripropormi un interrogativo drammatico che mi riguarda. Perché fui contattato anch’io dalla corrente per la trattativa dall’avvocato socialista on. Guiso, molto vicino all’on. Craxi, prima con la sollecitazione a un intervento pubblico (che mi venne proibito dai miei superiori), poi con l’invito a contattare Curcio (allora detenuto nel carcere di Torino) insieme a un industriale torinese, che però si ritirò, mandando a monte il progetto. Successivamente il servita P. Dal Piaz (del gruppo di Padre Turoldo) mi telefonò per propormi che alcuni vescovi si offrissero come ostaggio, dando così alle Brigate rosse quel minimo di riconoscimento che esse attendevano. Ottenni l’adesione di altri due vescovi ma, trovandomi a Roma volli interpellare i miei “Superiori”. L’alta personalità responsabile contattata osservò: “Ha già fatto fin troppo il Papa a scrivere quella lettera…Non vede che stiamo andando in braccio al comunismo?!”. “Ma – replicai – c’è di mezzo la vita di un uomo…”. Mi rispose: “Meglio che muoia un uomo solo, piuttosto che tutta la Nazione perisca!”. Aggiunsi: “Come non fossi venuto…”. Concluse: “Poteva non venire; ma dal momento che è venuto glielo proibiamo!”.
Il rammarico è di aver spinto il mio senso di obbedienza al di là del dovuto (è chiaro che non potevano rischiare ch’io dicessi di aver avuto il loro consenso), ma le frasi dette mi suggerirono che ormai tutto era deciso e che, ovviamente, le Brigate rosse erano strumenti stupidi di decisioni a loro estranee. Come del resto confermano gli atteggiamenti conniventi dei pubblici poteri, a cominciare dall’indicazione di via Gradoli dove la polizia si rivolse qualche giorno dopo, quando ormai Moro non c’era più!