Spese militari, commercio di armi e campagne per il controllo degli armamenti
Avevano suscitato anche qualche rimostranza da parte dell'allora presidente della Banca Mondiale, James Wolfensohn. Alla fine del suo quasi decennale mandato nel 2005, Wolfensohn si era detto frustrato per non essere riuscito "a far capire ai leader mondiali e di diversi paesi che la vera sfida per la stabilità globale è la povertà". "Non è che la questione del terrorismo non sia importante: ma nel mondo stiamo spendendo 1.000 miliardi di dollari all'anno in spese militari a fronte di circa 50 o 60 miliardi per lo sviluppo. Sono convinto che se spendessimo più soldi per dare speranza alla gente, per combattere la povertà ci sarebbero meno guerre e avremmo probabilmente un miglior uso delle nostre risorse", aveva sostenuto Wolfensohn.
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