I fatti e le parole
Abbiamo conosciuto molto in ritardo il vostro documento: “L’Arcobaleno: sincretismo o pace?”. Abbiamo letto anche le risposte semplici e chiare di alcuni amici; per questo avevamo rinunciato a intervenire.
Ma quando, il 10 luglio scorso sul quotidiano “Libero”, abbiamo letto l’articolo volgare e violento contro l’arcivescovo Luigi Moretti, perché a Lourdes aveva dispiegato davanti alla statua della Madonna una bandiera della pace e abbiamo scoperto che il vostro documento è servito da motivo e supporto per quell’attacco, non abbiamo potuto non indignarci non solo con il giornalista Luigi Santambrogio, ma anche con gli estensori del documento della Fides.
Siamo l’Associazione che più di altre ha contribuito alla diffusione della bandiera della pace in Italia; ma anche in Bosnia, in Kosovo, nella Repubblica Democratica del Congo, in Israele e Palestina e negli USA, in Francia , in Gran Bretagna, in Olanda, in Belgio, in Svizzera, in Germania.
Possiamo dirvi con tutta sincerità che la vostra presa di posizione è fuori luogo, fuori tempo e semplicemente ci scandalizza?
In un momento così convulso della storia italiana, che ha urgente bisogno di un forte annuncio evangelico per i più poveri, voi sentite il bisogno di mettere in guardia i cattolici dall’uso di un simbolo che in qualche raro caso ha fatto capolino anche davanti a qualche ambone e a qualche altare; in particolare nel 2003 prima e durante la guerra contro l’Iraq. Quello che impressiona della vostra nota è tutto l’impianto ideologico fondato su una realtà che non esiste proprio. La vostra ricerca sulle possibili origini e sulle possibili valenze e significati della bandiera della pace poggia tutta su una serie di ipotesi, che rispecchia forse le vostre paure ideologiche, ma che certamente non coglie le motivazioni e il significato reale dato da chi in tutti questi anni ha esposto e ha portato sulle spalle la bandiera arcobaleno come espressione della sua volontà e del suo impegno di pace e di nonviolenza.
C’è un abisso tra la vostra verità costruita per deduzione su una ipotesi smaccatamente falsa e la verità incarnata espressa dalla vita delle persone. Si sente lontano un miglio che nessuno di coloro che hanno scritto il vostro documento ha mai camminato per la pace. Lo scrivete anche voi che “sarebbe interessante interrogare uno per uno coloro che, forse anche inconsapevolmente, hanno affisso sugli altari, ingressi e campanili delle chiese lo stendardo arcobaleno”. Non diciamo tutti, ma qualcuno non poteva essere interpellato da voi?
Sarebbe stata l’unica modalità corretta per affrontare il problema: “come mai uomini di chiesa, laici o chierici che siano, hanno per tutti questi anni ostentato la bandiera arcobaleno e non la croce come simbolo di pace?”. Avete preferito ”ipotizzare qualche risposta per loro conto” sostituendovi a loro e dando un giudizio semplicemente aberrante. I cattolici, secondo quanto scrivete, avrebbero preferito la bandiera della pace al simbolo della croce perché “la chiesa avrebbe brandito la croce come simbolo di sopraffazione”. È su questo che poggia tutto il vostro castello ideologico-dottrinale accusatorio contro “i cattolici pacifisti”.
Mai pensato, neanche lontanamente, di sostituire o contrapporre la bandiera arcobaleno al Crocifisso, ma nemmeno mai pensato di considerare la croce uno “stendardo”. È troppo vitale e diretto il rapporto con Gesù, l’unico Dio che conosciamo, né cristiano né cattolico ma semplicemente uomo, troppo diretta la relazione di fede in Lui, il Vivente, che ci sembra blasfemo ridurre la Croce a simbolo da “ostentare”.
Abbiamo portato il legno della croce in manifestazioni come “Via Crucis” o “Veglie”, ma all’interno di un'espressione comunitaria di fede. Mai ci siamo permessi di paragonarla o, peggio, offuscarla con la bandiera della pace!
Ma, rimanendo interni al vostro ragionamento, perché ve la prendete tanto con la bandiera della pace e non con tutti gli altri simboli presenti nelle chiese? Se dovesse essere “ostentata” solo la Croce, perché accettate tutto il resto fino al mercato delle immagini e delle candele, accese davanti a tante immagini e simulacri ma non davanti al Crocifisso. Con “offerta”, si vende di tutto nelle chiese. Che ne pensate di tutto il folclore delle grandi adunate cattoliche; non solo bandiere ad hoc, ma anche magliette, cappellini, gadgets e sponsorizzazioni varie …?
Nessun pronunciamento per la scandalosa campagna pubblicitaria, che sa più di idolatria che di devozione, per la salma di san Padre Pio. Un'operazione finanziaria in grande stile, una speculazione della pietà popolare! E a San Giovanni Rotondo non c’è la coda per il Crocifisso! Eppure il volto dell’ultimo dei bambini rom vale più di tutte le cere e di tutte le salme del mondo, perché manifesta la presenza viva del Signore.
Anche le nostre eucaristie, assieme al pane e vino, si arricchiscono di tanti altri simboli al momento delle offerte, per agganciare il rito all’attualità della vita e della storia.
Se aveste l’onestà e il desiderio di conoscere le storie e le vicende vissute con quella bandiera, potreste verificare di persona come è stata accolta dovunque come segno di speranza, di pace e di nonviolenza, come simbolo unificante e gioioso anche e soprattutto dentro alle sofferenze e alle crudeltà della guerra: a Sarajevo come a Pristina, a Gerusalemme come a Ramallah, a Butembo come a Bagdad; nei luoghi istituzionali come in quelli privati e in tutte le celebrazioni ecumeniche per la pace.
Ricordiamo con commozione come nel 2003, durante la guerra contro l’Iraq, la proposta di digiuno fatta da Giovanni Paolo II per invocare la pace, sia stata accolta trasversalmente con immediatezza in tutto il mondo da credenti e non-credenti. Anche la bandiera della pace è stata ed è tuttora uno dei segni di questo cammino comune, non imposto né ostentato che niente ha a che vedere con i vostri esorcismi al relativismo, alla new age, al sincretismo e al movimento omosessuale. Quello che maggiormente addolora è che di fatto finora il vostro documento è servito a chi ha espresso con ironia e supponenza giudizi acri e di disprezzo contro la persona dell’arcivescovo Luigi Moretti. Non abbiamo riscontrato una vostra nota di riprovazione o di presa di distanza da quelle offese volgari.
È da un po’ di tempo che responsabili di partiti politici, cui non importa del Vangelo e della pratica delle comunità ecclesiali, si impalcano a dottori di teologia e a difensori della cristianità per censurare la vita di fede di tanti cristiani. Il vostro documento fornisce loro un buon supporto.
Siamo in tempi di religione civile a discapito della fede in Gesù.
Sono molti i vescovi che hanno portato sulle loro spalle la bandiera della pace e non soltanto in Italia.
Ricordate don Tonino Bello, vescovo compatito e a volte vilipeso per il suo impegno per la pace quando era in vita, onorato ora da morto come profeta dei poveri e della pace.
Era già in metastasi; ha voluto ad ogni costo partecipare nel dicembre ’92 a quella grande azione di pace che ha visto più di 500 persone, le più varie, proprio con quella bandiera, entrare a Sarajevo, rompendo l’assedio, per testimoniare la loro volontà di pace nel cuore della guerra, accettando di mettere a rischio per amore la loro vita.
Una di quelle bandiere, con la firma dei partecipanti a quell’azione, è stata posta a testimonianza e memoria prima sulla sua tomba e ora conservata ad Alessano nella sua casa natale.
A volte contano più i fatti che le parole.
Beati i costruttori di pace
Padova, 18 luglio 2008
Note
Le espressioni riportate tra virgolette appartengono al testo del documento dell’Agenzia Fides “L’Arcobaleno: sincretismo o pace?” -http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?