Voglio vivere nel mondo alla rovescia di B&B
Ascoltando le parole di Berlusconi e di Bush (e dei rispettivi gabinetti) mi rendo conto che viviamo in due mondi differenti: il mio e il loro. Così mi convinco che preferisco il loro.
Il primo (Silvio) rassicura gli italiani che, nonostante i dati dicano altro, l’Italia è un paese dove stanno tutti bene; gli fa eco il secondo che l’economia americana reggerà all’onda d’urto dello scatafascio dei fondi di investimento ad alto rischio (vedi mutui e quant’altro...).
Un altro ministro dice che il maestro unico è un segno che i tempi avanzano e la scuola deve adeguarsi: io pensavo che in un tempo di complessità come il nostro, avere un’insegnamento plurale fosse più moderno di una voce sola.
All’indomani del fallimento dell’accordo CAI e sindacati per l’acquisto dell’Alitalia (o di quel che ne rimane) ascolto commenti taglienti contro la CGIL e i lavoratori, colpevoli di aver fatto fallire la compagnia aerea di bandiera. Io pensavo che in un sistema democratico se un dirigente o un imprenditore non fa il suo dovere, e cioè gestire in modo efficiente l’azienda, deve andarsene e ne deve rispondere responsabilmente davanti alla società. Questo almeno mi avevano detto quando alle superiori studiavo economia e domandavo, ingenuamente, perchè chi comanda prende uno stipendio cosi alto rispetto a chi lavora e produce.
“Perché assume su di sè il rischio dell’impresa!”.
Forse il sindacato degli imprenditori è più forte di quello dei lavoratori e quando il primo fa una negoziazione, la condizione indiscutibile è che gli imprenditori non si licenziano e non si perseguiscono penalmente. Magari li spostiamo solo a gestire un’impresa pubblica o un’altra azienda.
Sì, il mio mondo e quello di B&B è veramente tanto diverso!
Continuo a pensare che preferisco il loro: sembra una favola, una di quelle che mi raccontava la nonna e che finivano sempre bene... proprio perché erano delle favole.