Sabina Rossa
La classe politica italiana somiglia molto ad una giornata uggiosa da cui nel migliore dei casi ci si può aspettare uno scroscio di pioggia o un temporale. I parlamentari e gli amministratori, scelti dalle segreterie dei partiti, sono schierati come un reparto di fanti in una battaglia in modo tale da obbedire agli ordini del proprio schieramento forgiato sugli orientamenti dell'opinione pubblica.
Per questo ci sorprende oltre misura ogni accenno di sole, ogni raggio luminoso che si affaccia dal cielo. Sabina Rossa è deputata ma è più conosciuta come figlia del sindacalista Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse a Genova nel 1979. Nei giorni scorsi qualche giornale ha riferito della sua presa di posizione contro la decisione del Tribunale di sorveglianza di Roma che ha negato la libertà condizionale all'assassinio di suo padre.
"Si è ravveduto" e "credo che lui abbia pagato, dopo 28 anni", dice la parlamentare che in questi anni ha avuto il coraggio di incontrarlo e di verificarne il percorso di vita. La posizione di Rossa non è fondata nella pratica del perdono ma sulla Costituzione che affida alla pena solo una funzione riabilitativa e non meramente punitiva.
Forse quella di Sabina Rossa è una luce da porre sul lucerniere perché faccia luce su tutta l'aula assembleare e non sotto il moggio.