Un altro mondo è possibile davvero
Qualcosa sta cambiando o almeno cominciano a darci ragione. Alcune trasmissioni televisive e radiofoniche di buona audience e alcune pagine di giornale hanno cominciato negli ultimi tempi a trattare temi e fornire informazioni su istanze che sono state sempre considerate "di nicchia" o minoritarie o marginali o di gruppi più o meno fanatici che non sanno stare al passo con i tempi.
Succede così che Parla con me invita un economista e presenta la realtà del commercio equo e solidale e della Banca Etica, Repubblica dedica le pagine centrali al tema dell'acqua e al carattere di bene pubblico che deve conservare, l'Unità intervista lungamente Serge Latouche che è il "profeta della decrescita felice", D'Alema chiede una moratoria sulle armi nucleari e Veronesi gli fa eco rafforzando l'idea in un appello, un settimanale molto letto dedica una prima pagina alle spese militari…
Non penso che sia solo effetto della crisi economica che ci attanaglia. Credo piuttosto che ci si renda conto che il tempo ha dato ampiamente ragione a quel manipolo di ambientalisti che paventavano i rischi per l'ambiente (e per l'uomo!) se avessimo continuato con quel modello di sviluppo e un certo tipo di scelte. Allo stesso modo oggi gli operatori più leali dell'informazione prendono consapevolezza dell'importanza di un altro indirizzo di sviluppo e che un altro mondo è possibile.