Una tassa per la chiesa
È vero che forse si perderebbe un po' della poesia del Natale ma se soltanto per quest'anno alla messa della notte in tutte le chiese invece che leggere il racconto della nascita di Gesù Bambino si proclamasse il vangelo della cacciata dei mercanti dal tempio, forse almeno i credenti avrebbero modo di riflettere meglio o di più sul senso profondo della propria fede e sulla loro presenza nel mondo. Mai come in quel racconto Gesù si mostra quanto meno contrariato e pronuncia parole di fuoco.
Nel linguaggio biblico il tempio è il mondo che poi è la vera casa di Dio. I mercanti sono coloro che usano persino la fede per il proprio tornaconto. Sono quelli che stanno nel mondo pensando che i propri simili siano dei portafogli, dei clienti, delle opportunità di crescita del patrimonio e non dei fratelli e delle sorelle. Oggi i credenti hanno smarrito il coraggio e la forza di scacciare i mercanti dal tempio ed è avvenuto così che il Natale è annunciato dalla prima pubblicità di panettoni, la nostra crisi economica diventa più importante della fame nel mondo e che persino Cosa nostra, stando alle intercettazioni telefoniche, chiedendo il pizzo in quel di Trapani diceva: "Dovete pagare la tassa per la chiesa".
Il mondo sognato da Dio è molto diverso da quello che abbiamo costruito noi.