Se di politica si deve parlare
Soltanto per sei mesi a Francesco Comina che è un nostro amico giornalista e aderente a Pax Christi di Bolzano è successo di subentrare ad un assessore della Provincia Autonoma che nel frattempo era stato eletto al Parlamento. In sei mesi non si possono mettere in atto grandi scelte politiche né riuscire a costruire un quadro di riferimento cui orientare scelte e delibere. Alla data di oggi ha dovuto passare la mano alla nuova giunta. Ieri ha provato però a fare una sintesi della sua esperienza sia sul piano personale che dei risultati ottenuti. Ne sono assolutamente ammirato.
Guidato dal buon senso e con un occhio fisso ai cordoni della borsa è riuscito a mettersi realmente al servizio della comunità ponendosi in ascolto costante e profondo delle esigenze, dei bisogni, dei motivi di crescita.
Se mi permetto di citare questa esperienza è soltanto perché mi pare in qualche modo paradigmatica in questo frangente in cui tornano alla ribalta i fantasmi di mani pulite e la politica sembra aver perso la bussola della questione morale. Non ci sono solo poche persone che sbagliano ma un intero sistema che funziona secondo le regole del gioco di potere che ha al centro la logica del favoritismo e del parentaggio. Ci si illude se si pensa che la stessa classe politica che ha generato questo spettacolo indegno possa avere le energie e l'autorevolezza per voltare pagina in modo definitivo. Non può generare un altro stile chi di questo sistema è figlio o, addirittura, protagonista. È necessario o urgente cambiare in maniera radicale, casomai correndo il rischio dell'inesperienza ma non quello dell'associazione a delinquere.