Il silenzio sulle leggi razziste
30 luglio 2072 Roma – Sala della Protomoteca del Campidoglio.
Questa mattina la presidenza della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica hanno dato vita a una cerimonia per ricordare la legge razzista e xenofoba denominata Bossi–Fini varata dal Parlamento il 30 luglio 2002 nel corso della XIV Legislatura.
A settanta anni della sua entrata in vigore, Gianfranco Grossi che presiede l'Assemblea di Montecitorio ha voluto ricordare le vittime di quella legge che pure era stata votata con ampio consenso e con metodo scrupolosamente democratico.
Nel corso del suo intervento, l'On. Grossi ha fatto notare che «L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata, nel suo insieme, alla legislazione razzista e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica».
Il presidente del Senato Renato Schifato sottolinea luci e ombre di quel periodo perché «senza dubbio molti e da diverse parti allora sbagliarono e grande responsabilità gravò su di loro. Accanto agli errori dell'epoca emersero però, non soltanto nella società civile, luminose testimonianze da chi seppe interpretare i più autentici sentimenti di umanità, solidarietà e giustizia nella concretezza di un'azione quotidiana costante, determinata e talora silenziosa».
(Ringrazio Renato Sacco e Rosapia Bonomi che mi hanno ispirato questo testo. Il virgolettato è assolutamente originale… del 16.12.2008 e riferito alle leggi razziali varate dal regime fascista 70 anni fa).