Alidad Shiri

16 febbraio 2009 - Tonio Dell'Olio

"Sono cresciuto in Afghanistan, nella città di Ghazni, ma quando avevo nove anni i talebani hanno ucciso il mio papà. Pochi mesi dopo la mia mamma, la mia sorella più piccola e la mia nonna sono morte sotto un bombardamento – racconta Alidad Shiri nel suo libro. Allora, con i miei zii, mio fratello e mia sorella più grandi siamo emigrati in Pakistan perché per noi era pericoloso rimanere. Ma lì non c'era futuro per me.
Con un amico sono emigrato clandestinamente in Iran dove ho lavorato per due anni in una fabbrica di Teheran finché ho guadagnato abbastanza soldi per fuggire in Europa. Dopo un lungo e pericoloso viaggio sono arrivato in Alto Adige legandomi sotto un tir che partiva dalla Grecia. Adesso ho sedici anni e vivo a Merano. Con
l'aiuto della mia insegnante di italiano, Gina Abbate, vi racconto la mia storia".
La storia di Alidad è paradigma, unità di misura di tante altre storie di fuga dalla disperazione della guerra. Puntualmente infliggiamo a queste persone la condanna di vivere questo recupero di dignità come una diserzione dal dolore cui abbiamo deciso che essi siano crocifissi.
Alidad, approdato in Alto Adige tra mille pericoli ha trovato la forza di raccontarsi nel libro Via dalla pazza guerra – Un ragazzo in fuga dall'Afghanistan.

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