HIKIKOMORI

17 febbraio 2009 - Tonio Dell'Olio

È una parola giapponese che definisce un fenomeno ahimè molto diffuso in quel Paese. Riguarda oltre un milione di giovani giapponesi, la maggior parte di sesso maschile, che in maniera apparentemente non motivata, si ritira nella propria stanza e vi rimane ininterrottamente per lunghi periodi, spesso molti anni. Lasciano la scuola, abbandonano anche gli amici, interrompono ogni tipo di comunicazione trascorrendo lunghissimi periodi in completo isolamento. Il disagio è documentato
da Carla Ricci in un testo edito da Franco Angeli ed., Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione. Spesso la reazione dell'isolamento è causata da un bullismo continuato nel tempo e subìto oppure da un insuccesso scolastico o sentimentale, da un torto ricevuto…
Il fenomeno è approdato anche in Italia con l'unica differenza che oltre la porta chiusa il giovane utilizza internet ma evitando di comunicare anche in chat. Sono sorti i primi centri terapeutici che non promettono successi dal momento che il fenomeno è assolutamente nuovo. In ogni caso è chiaro che si tratta dell'ennesimo
guasto profondo causato dai nostri stili di vita e dai nostri modelli educativi. Anche in questo caso sarebbe più semplice prevenire che tentare di curare. E qui il disagio colpisce gli adulti e non gli adolescenti.

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