Ronde leghiste, mafie del nord

24 marzo 2009 - Tonio Dell’Olio

Un quotidiano ieri riportava un’inchiesta tra le “ronde padane” di Cittadella in provincia di Padova. Il vanto dei protagonisti dell’articolo era l’essere stati antesignani di una forma di controllo del territorio che poi sarebbe diventata legge in Italia. Dopo aver ostentato con orgoglio questa opera meritoria a vantaggio delle
famiglie dei diversi quartieri della città, i “volontari” raccontano che, passando davanti a esercizi commerciali e serrande chiuse, sono soliti lasciare un biglietto in cui è scritto: “Stasera la ronda della Lega Nord è passata, se c’è qualcosa da segnalare potete chiamare la sezione”.
Non ho bisogno di commentare. Tutti comprendiamo la terribile stortura che si nasconde dietro un messaggio di questo tipo secondo il quale a vegliare sulla sicurezza dei cittadini non sono più le forze dell’ordine che obbediscono alle leggi dello Stato, ma un partito. La stessa logica del ventennio fascista. Lo stesso agire
delle mafie che, sostituendosi allo Stato, controllano il territorio pretendendo di raccogliere il consenso dei cittadini.
Solo si tratta di mafie del nord.

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