Il ramo del mandorlo
La mia riflessione di Pasqua presso la Cittadella di Assisi è stata accompagnata dal segno del ramo di mandorlo di cui parla il profeta Geremia (1,11).
Riusciremmo a decifrare meglio il mistero della vita se fossimo capaci sempre di ascoltare in profondità le parole della natura. Terra terra.
Il ramo di mandorlo si impreziosisce di fiori prima ancora che la Primavera sia indicata dal calendario e dall’erba dei campi ma, a dispetto di questo, è tra gli ultimi alberi a far gustare i suoi frutti. È soltanto una delle lezioni che possiamo apprendere alla scuola del ramo di mandorlo perché noi facciamo fatica a credere o a comprendere i segni della Primavera prima che questa esploda in tutta la sua meraviglia.
Allo stesso modo non siamo educati alla pazienza del contadino che sa attendere anche tempi lunghi. Questo è un tempo in cui i segni di morte sembrano soverchiare quelli della vita e della speranza. Eppure ci sono mandorli che fioriscono senza clamore, nel silenzio della terra. E noi, rapiti dalla cronaca, non riusciamo a leggere quel fiorire premonitore, né osserviamo il cielo, né ci raggiunge il battito del cuore della terra e della storia. Veglia e pazienza sono carismi rivoluzionari.