don Tonino Bello
Sono passati 16 anni dalla Pasqua di questo cristiano radicale che aveva scelto di uniformare la propria vita solo alla cifra del Vangelo. Del ricco fiume impetuoso di pensieri e riflessioni che nel tempo ha visto anche la luce della pubblicazione, non v’è neppure mezza parola che egli stesso per primo non abbia messo in pratica in una coerenza assoluta, senza cedimenti, senza ipocrisie.
Oggi sembra quasi che alcune sue intuizioni siano declassate a slogan ad effetto da proporre nelle occasioni migliori. Per lui quelle parole erano lo specchio di scelte consapevoli in cui per prima cosa veniva richiesto di pagare di persona.
La personalità e la vicenda umana di don Tonino Bello non possono essere perimetrate da una definizione. Ogni dogana di appartenenza è costretta a spalancarsi davanti alla sua universalità solidale. Uomo fino in fondo, non si è mai tirato indietro preferendo osare sentieri nuovi per vivere, realizzare e proporre la pace e la nonviolenza, il servizio agli ultimi e la lettura senza sconti del suo tempo. Ha talmente abitato la terra e la storia da riuscire puntualmente a coglierne l’anima a partire dalla piccole cose e dall’apparente banalità dello scorrere della cronaca. Ma in fondo forse non ha fatto altro che amare. Sempre. Tutti.
Ricordarlo oggi significa sperare e auspicare un sano contagio, anzi un’epidemia. Il miracolo di don Tonino.