La nostra coscienza a Ponte Galeria

8 maggio 2009 - Tonio Dell’Olio

Stamattina utilizziamo queste poche righe per esprimere la nostra vicinanza ai familiari di Mabrouka Mimoni, tunisina di 49 anni che si è tolta la vita nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Ponte Galeria a Roma. La donna, che è stata trovata impiccata in un bagno, aveva ricevuto notizia che oggi alle 11.20 sarebbe stata rimpatriata con un volo per Tunisi. Mabrouka Mimoni viveva in Italia da 20 anni e, stando alle testimonianze di alcune sue amiche, è stata tratta in arresto mentre era in coda in questura per rinnovare il suo permesso di soggiorno. Come spesso accade, il permesso non le è stato accordato per un qualche cavillo, ed è stata trasferita presso il Centro. Mabrouka lavorava come vivaista per la Cooperativa sociale 29 giugno, a Roma. Mentre rinnoviamo le condoglianze ai familiari, sentiamo il peso della sua morte sulla nostra coscienza. Chiedere scusa come ha fatto il responsabile della Croce Rossa che gestisce quel luogo di detenzione rischia di suonare come un’ulteriore offesa a chi cerca solo pane e dignità.

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