La svolta di Obama

5 giugno 2009 - Tonio Dell’Olio

È stato detto, ma è necessario ripeterlo: il discorso di Barak Obama al Cairo, ieri, ha segnato una svolta non solo nella politica americana, ma anche in quello che era stato definito scontro di civiltà, nel confronto con i totalitarismi, verso la gente di Palestina...
Forse l’espressione che dà il senso di tutto il discorso è la frase in cui afferma: “Invece di rimanere intrappolati nel passato, il mio paese è pronto ad andare avanti”. Si tratta di qualcosa di più che una semplice apertura al mondo islamico. È la consapevolezza che si riesce a incidere nei destini del mondo più con l’apertura di spazi di fiducia e di amicizia che con la minaccia di ritorsioni di fuoco e con le esportazioni della propria democrazia. L’intervento di Obama fa più paura a Bin Laden di tutti i bombardamenti e le occupazioni di Bush e compagnia!
"Sono qui per cercare un nuovo inizio fra gli Stati Uniti e i musulmani nel mondo - ha detto il presidente - basato sul mutuo interesse e sul mutuo rispetto. E sulla verità: America e Islam non devono essere in competizione. Invece, si sovrappongono e condividono principi comuni, di giustizia e progresso, di tolleranza e dignità di tutti gli esseri umani”.
E pensare che, solo poco tempo fa, se qualcuno avesse detto le stesse cose, sarebbe stato tacciato d’essere un visionario e un utopista. Solennemente oggi, quelle parole le pronuncia il Presidente degli Stati Uniti d’America.

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