Benvenuto Gheddafi
Ieri il Colonnello Gheddafi è stato accolto in Italia e ricevuto dalle più alte cariche dello Stato con il più solenne dei cerimoniali. Addirittura l’Università di Sassari ha deliberato di concedergli per l’occasione la laurea honoris causa in Diritto. E sono proprio curioso di leggere la nobile motivazione per cui il presidente libico riceve la laurea per meriti speciali in una materia i cui principi universali egli ha ampiamente e ripetutamente violato. Lo riferiscono i rapporti delle organizzazioni umanitarie internazionali e le testimonianze dirette di chi, nelle prigioni di quel Paese, è stato ripetutamente torturato, le donne africane ripetutamente stuprate durante “la sosta” libica, prima di imbarcarsi verso il respingimento italiano e tanti altri.
Lo avrebbe testimoniato anche Fathi el-Jahmi, attivista politico, arrestato nel 2004 dopo aver criticato Gheddafi in televisione ed essere stato internato in manicomio come matto. Da quel manicomio è uscito il 21 maggio scorso per essere sepolto nel cimitero più vicino. Mohammed Adel Abu Ali invece è morto durante un “interrogatorio” della polizia dopo essere stato rimpatriato dalla Svezia dove aveva chiesto asilo politico in quanto oppositore del regime libico che - lo ricordiamo - è presieduto da Gheddafi dal 1969, data del colpo di Stato.
L’unico merito di Gheddafi è il possesso del petrolio che, come fosse in un bar, egli versa soltanto nel bicchiere delle nazioni amiche.