Le due guerre
Non è il racconto di un reduce. Al contrario è la narrazione avvincente della guerra al terrorismo e di quella alla mafia condotte da Giancarlo Caselli e tradotte in scrittura piacevole nel libro dal titolo "Le due guerre".
Sulla prima lo Stato è riuscito a riportare una vittoria sulla quale occorre vigilare con democratica attenzione, ma purtroppo per la seconda la partita è ancora lunga. Racconta Caselli che si è trattato di una partita in cui al 90° allo Stato viene assegnato un rigore ma che, inspiegabilmente, la squadra si rifiuta di calciarlo e si ritrae negli spogliatoi. Un’affermazione impegnativa, drammaticamente seria, ma autorevole perché non è il frutto di chi la mafia l’ha studiata nella redazione di un giornale o in un’aula universitaria, ma nella lotta quotidiana.
Un gioco a scacchi che mette alla prova l’intelligenza. Un percorso faticoso e a volte drammatico lungo le contrade di quella meravigliosa terra siciliana.
Un magistrato che è fascista quando dà la caccia ai “compagni che sbagliano” delle Brigate Rosse e comunista quando indaga sui legami mafiosi di Andreotti.
Una lettura che aiuta a capire. Con i tempi che corrono non è poco.