Mi fa male l’Iran
La libertà degli individui e dei popoli prima ancora che come diritto universalmente riconosciuto, deve essere garantita come bene primario, indispensabile e vitale. È più simile all’aria e all’acqua senza le quali nessun organismo vivente potrebbe sopravvivere che al lavoro e all’istruzione, all’informazione e al riposo. Dobbiamo imparare a vivere dello stesso respiro del mondo e a sentire i battiti accelerati di un popolo che in questo momento è oppresso, oscurato, umiliato.
A chi in questi giorni ci chiede: come stai? Dobbiamo imparare a rispondere: Mi fa male l’Iran!
Non è solo una battuta. È che se non riusciamo a sentire il dolore degli altri rischiamo di perdere persino la sensibilità ai nostri diritti e, piano piano, qualcuno ce li sfila sotto il naso senza che ce ne rendiamo conto. Tutta l’umanità è un solo corpo. Per questa ragione oggi alle 17.30 sarò con altra gente davanti all’ambasciata iraniana a Roma in via Nomentana 361. Protestare per gli altri è protestare per me.
Nessun dittatore o imbroglione di Stato, nessun capo onestamente votato da marketing dosati e previsti, nessun burocrate di governo... potrà convincerci che si tratti di un’indebita ingerenza in affari di altri perché semplicemente difendo me stesso.