Michele Fazio 8 anni dopo

13 luglio 2009 - Tonio Dell’Olio

Le mafie hanno paura delle loro stesse vittime e non perché siano assediati dai fantasmi del passato, semplicemente perché uccidendo hanno scelto di far tacere per sempre quelle voci scomode. Hanno paura della verità.
Michele Fazio era un sedicenne pieno di vita che il 12 luglio 2001 si trovò per strada nei pressi della sua abitazione nel centro storico di Bari nel mezzo di una sparatoria tra esponenti di due clan rivali. Venne ucciso. Pinuccio e Lella, padre e madre di Michele, hanno avuto la forza di trasformare la rabbia e il dolore in una testimonianza viva e costante che li porta quotidianamente a parlare soprattutto ai giovani delle scuole.
“Quando sentivamo confusione, io e mia moglie – dice Pinuccio – ci rintanavamo dentro casa dicendo che era meglio farsi i fatti propri e che la cosa non ci riguardava. Dopo l’uccisione di mio figlio abbiamo capito che non possiamo restare estranei a ciò che riguarda il rispetto delle leggi, la capacità di cambiare il presente e di costruire il futuro...”.
La strada ci riguarda. La vita tutta ci riguarda. Il presente e il futuro urlano il bisogno di mani oneste e di vite trasparenti che costruiscano una vita nuova.
Coraggio Pinuccio e Lella smentite quelli che pensano che una volta sepolti, i morti non parlano più!

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