Giornata per la salvaguardia del creato
La Conferenza Episcopale Italiana per il quarto anno consecutivo propone all’attenzione delle comunità ecclesiali, in modo particolare delle parrocchie, la Giornata per la Salvaguardia del Creato da celebrarsi il primo giorno del mese di settembre. Il leit motiv di quest’anno più che uno slogan a effetto è un brano del Cantico delle Creature: “Laudato si’, mi’ Signore… per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento”.
È questo il singolare invito alla lode al Signore per il dono dell’aria, quel bene indispensabile alla vita di tutte le creature, che San Francesco proclama con tanta poesia. La lode al Dio Creatore per gli innumerevoli doni del suo amore, sull’esempio del Santo di Assisi, nella ricorrenza centenaria della presentazione della Regola a papa Innocenzo III, avvenuta nel 1209, è più che mai pertinente. L’invito è a riflettere sulla necessità di respirare aria più pulita e sul nostro contributo personale perché ciò avvenga e anche sull’eventualità che gli elementi naturali possono dar luogo a catastrofi per un inquinamento atmosferico che sfugga al controllo dell’uomo. Non c’è bisogno di essere dei teologi per capire che l’azione dell’uomo sul cosmo altera il fragile equilibrio della natura e proprio questa azione peccaminosa sulla quale anche la comunità cristiana è poco avvezza a riflettere che diventa nel messaggio preparato congiuntamente dalla Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro e dalla Commissione per l’Ecumenismo della CEI, un paradigma privilegiato per un serio esame di coscienza su cui credenti e gente di buona volontà sono chiamati a confrontarsi. Da tempo, infatti persone attente e sensibili e in modo particolare i missionari e i volontari laici che operano nei Paesi del Sud del Mondo, invitano a ripensare i nostri modelli di sviluppo, a operare una “conversione ecologica” non più procrastinabile nella vita sociale e personale di ciascuno.
Già il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, segnalava la necessità di riconsiderare i rapporti esistenti tra l’attività umana e i cambiamenti climatici che data la loro complessità non possono essere snobbati sia a livello scientifico, politico, giuridico come sul versante nazionale che su quello internazionale. Recenti interventi di papa Ratzinger e di interi Episcopati, invitano a un profondo rinnovamento del modo di vivere l’economia e di costruire i rapporti umani. In un mondo in cui meno del venti per cento della popolazione mondiale consuma l’ottanta e oltre per cento delle risorse del pianeta, occorre mettere dei validi e seri correttivi a livello di politiche ed Istituzioni Internazionali, altrimenti l’esplosione della rabbia dei poveri avrà conseguenze devastanti così come l’implosione di un sistema finanziario sganciato da regole morali completerà l’opera di distruzione di un sistema di mercato per ora solo paventato ma di cui si intravedono già gli effetti all’orizzonte.
Il Magistero insiste sul concetto di sobrietà al fine di armonizzare le risorse della terra con i bisogni dei popoli che in essa vi abitano, Benedetto XVI ha richiamato più volte tutti ad uno stile di vita più essenziale come espressione di una disciplina del riconoscimento degli altri nella quale ciascuno possa scoprire che i beni del Creato appartengono a tutti e che se non si tiene presente il bene comune dell’umanità, poniamo a rischio il nostro stesso futuro. Tutti questi interventi sollevano il delicatissimo problema di praticare la giustizia a livello internazionale e di impegnarsi a costruire un mondo dove la sostenibilità dello sviluppo non metta in pericolo la salvaguardia dell’ambiente come la vita delle persone. Spesso e volentieri nelle nostre chiese risuona il canto: “Cieli e terra nuova il Signor darà, in cui la giustizia sempre abiterà” un canto che non è solo una pia esortazione liturgica, ma bensì l’espressione di un profondo anelito affinché i credenti si impegnino a salvaguardare il Creato lavorando per custodire nel migliore dei modi il giardino che il Signore ha affidato all’umanità. Forse la data del 1° di settembre non è delle migliori per una giornata così pregnante e significativa, nulla vieta che il tema venga ripreso nei mille rivoli della catechesi e portato all’attenzione di tutti, grandi e piccoli, perché insieme si prenda coscienza della necessità di riscoprire nuovi stili di vita e di metterli in pratica.