Nel cuore delle Dolomiti
‘Che la nostra società, Signore,
sappia educarsi
a uno stile di vita più sobrio e più
rispettoso del creato,
attento a non inquinare
e a non deturpare la bellezza del creato’
Riflessioni, preghiere, canti, si alternavano nelle due lingue, italiano e tedesco, al cospetto della magnificenza delle Pale di San Martino, nel Parco Naturale di Paneveggio, in un percorso ecumenico che si è snodato da Villa Welsperg, sede del Parco, alla chiesetta di passo Cereda, da dove il piccolo fiume di persone ha raggiunto a piedi Malga Fossetta. Qui su un’altura dall’orizzonte ampio e incredibilmente stupendo, nell’aria limpida dei 2000 metri, i rappresentanti delle diverse Chiese hanno rivolto un appello alla responsabilità per il creato:erano i vescovi Karl Golser, di Bolzano-Bressanone, Luigi Bressan di Trento, Giuseppe Andrich di Belluno-Feltre,Diego Coletti di Como, il pastore Martin Burgenmeister della comunità evangelica di Merano, l’archimandrita Athenagoras Fasiolo dell’Arcidiocesi ortodossa d’Italia e Malta.
Dunque chiese diverse, territorialmente vicine , per il secondo anno consecutivo hanno saputo creare un gesto semplice, significativo e coinvolgente, per dare vita e contenuto a questo dono per tutti che è la celebrazione della Giornata del Creato, scaturita dalla sensibilità del Patriarca Dimitrios di Costantinopoli che nell’ ’89 la indisse. ‘Se la creazione geme, anche l’uomo geme’affermava il ‘ Patriarca verde’ Bartolomeo,all’inizio voce nel deserto: si è compreso che la dignità dell’uomo non poteva essere separata dalla salvaguardia dell’ambiente.
Nel cammino degli ultimi decenni per la recezione di questo comune impegno ecumenico in Europa, si è fatta memoria delle tappe del processo conciliare su ‘Pace- Giustizia – Salvaguardia del Creato’ con i momenti culminanti di Basilea ( 1989), Graz (1997), la Carta Oecumenica (2001) e Sibiu ( 2007);del compianto vescovo di Bolzano,Wilhelm Egger,che per tre anni aveva proposto questa tematica come tema pastorale , fondando nel ’94 l’Istituto per la Giustizia, la Pace, la salvaguardia del Creato, collegato al Teologico di Bressanone, diretto in questi anni dall’attuale vescovo Golser; si è fatto riferimento al Sinodo della diocesi di Belluno che ha preso molto a cuore la problematica, con il frutto di un giovane ufficio ‘per la cultura e stili di vita in montagna’.Da quattro anni la Conferenza Episcopale Italiana ha accolto questa proposta della Chiesa ortodossa. La comunità Evangelica è attenta alla realizzazione di scelte concrete nella ‘conversione ecologica’ attraverso la scelta stessa di accorgimenti più rispettosi dell’ambiente nei propri edifici.
Una caratteristica interessante di questa Giornata è stata,a mio parere,quella di essere ‘concelebrata’non solo tra chiese diverse, ma anche insieme a rappresentanti di istituzioni della società civile, quali i rappresentanti del Parco naturale, di associazioni di allevatori di montagna, di cooperative.Una sensibilità e ricerca comune che si fa luogo d’incontro tra impegno religioso e civile,dove l’ecumenismo assume una dimensione più concreta, la capacità di una proposta agli uomini e donne della nostra storia perché , come risuonava nell’ ‘Appello’, “cresca sempre più lo spirito di fraternità…la promozione di un giusto equilibrio tra l’uso e il rispetto del creato come risposta al mandato di Dio e servizio all’umanità.”
Il cammino ecumenico per consolidare ed allargare questa sensibilità è costruito in particolare da gesti locali che hanno una portata più ampia del proprio territorio: pensiamo alla novità dell’ impegno dei giovani di ‘Osare la pace per fede’, portato avanti in questi ultimi anni da espressioni delle diverse chiese presenti in Italia, riuniti a Torino nel marzo scorso, i cui valori espressi sono diventati parte di questo appello:” …Gioia e gratitudine soprattutto per quel grande dono che è la terra, accogliente casa della vita, intessuta di relazioni tra tutti coloro che la abitano…”
Ed infine qualche altra parola cui ha fatto da contesto la bellezza delle Dolomiti, ‘riconosciute nel giugno scorso anche dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità: ‘La lode nasce dalla constatazione dell’armonia tra l’uomo e il creato ed è una esigenza insita in ogni persona che ha una dimensione non solo materiale, ma anche spirituale. La bellezza dei monti favorisce tale contemplazione…La vita in montagna ci aiuta anche a trovare le giuste dimensioni della nostra identità: porta l’uomo a percepire con realismo anche i limiti e la fragilità e aiuta dunque a combattere la cultura della prepotenza che segna molte relazioni e rende l’altro non più un fratello o una sorella da incontrare, ma un concorrente da sfidare e sconfiggere.
Merano, settembre 2009