L’altra Castel Volturno
Ma a Castel Volturno non ci sono solo clan di casalesi e stragi di immigrati, appalti truccati, corruzione, abusi e abusivismo. Ci sono anche i paccheri delle "Terre di don Peppe Diana". Sarà questo il nome che prenderà la cooperativa che andrà a coltivare le terre sottratte agli esponenti della malavita locale. I paccheri sono stati presentati sabato 13 settembre al SANA di Bologna, l’importante salone annuale del naturale. La pasta è stata prodotta col grano di un terreno confiscato a Michele Zaza nell’agro di Pignataro e raccolto da decine di ragazzi che nei primi di agosto hanno partecipato a uno dei campi di lavoro organizzati da Libera.
"È un'altra scommessa vinta - dice Valerio Taglione, coordinatore di Libera Caserta e del Comitato don Diana - insieme a tutti quelli che in questi anni ci hanno sostenuto e hanno creduto insieme a noi che è possibile costruire comunità alternative alla camorra a partire da fatti concreti. La prossima tappa sarà la produzione di mozzarella di bufala".
Non si tratta soltanto del sapore di legalità come più volte abbiamo detto. È il sapore di una vita alternativa a quella pesantemente tenuta sotto il tacco della violenza mafiosa. Una vita nuova che profuma anche di pasta di grano duro e di mozzarella di bufala.