La vida loca
Nelle sale cinematografiche francesi esce oggi "La vida loca", il documentario che Christian Poveda, fotoreporter e documentarista francese, aveva terminato di montare prima di essere barbaramente ucciso il 3 settembre scorso in El Salvador. Noi lo avevamo ricordato anche in Mosaico dei giorni come esempio di un giornalismo scrupolosamente attento sui temi delle bande latinoamericane che condizionano di fatto la vita di intere città.
Ha pagato con la vita come Anna Stepanovna Politkovskaja che ricorderemo il 7 ottobre e tanti altri che ci hanno aperto gli occhi su mondi che non conosciamo e che possono essere resi migliori solo se non li abbandoniamo "al loro destino".
Le donne e gli uomini coraggiosi che hanno scelto di stare dalla parte della verità, in realtà lanciano un appello alla comunità internazionale affinché non continui a far finta di non vedere, a tacere in cambio di buone relazioni economiche, a circoscrivere le responsabilità e le soluzioni entro i confini di quelle nazioni invece che farcene carico tutti insieme. Non si deve poter dire: sono fatti loro!
In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo questo atteggiamento può essere definito "la vida loca" più di quello della temibile Maras 18 che Poveda ci ha fatto conoscere.