Dio c’è
A pochissimi minuti dalla diffusione della notizia che la Corte Costituzionale aveva bocciato il Lodo Alfano, il primo lapidario commento mi giunge via Facebook e dice: “Dio c’è”.
Mai affermazione sembrò tanto sagacemente pertinente. Eppure personalmente non ritengo sia il caso di scomodare le certezze di fede su un tema come questo, né penso sia materia di teologia. La giurisprudenza basta e avanza!
Io, che su Facebook non ho ancora scritto nulla, dalle 18 di ieri sento un moto interiore di esultanza perché quei giudici hanno finalmente tolto il gesso dalla gamba zoppicante della democrazia. A tanti cittadini e cittadine che nel frattempo si erano persuasi che la furbizia prepotente paga e conviene, la Corte dice che non frana la Costituzione sotto la pioggia dei soldi e del potere. Siamo uguali. Tutte e tutti siamo uguali. Più uguali di prima.
E non è cosa di poco conto. Non riguarda soltanto il nostro stato d’animo, ma l’intera convivenza democratica nella cui rete s’era aperto un pericoloso varco e che ieri sera è stato riparato. Ho detto che non è il caso di scomodare Dio, ma siamo certi che oggi gioisce anche lui che nel DNA di ogni persona ha posto la stessa dignità perché tutti fossimo davvero uguali.