Il corteo non imponente
Sbaglia chi definisce la manifestazione antirazzista che ha sfilato sabato 17 ottobre per le strade di Roma come una manifestazione imponente. Era variopinta, variegata, ottimista. Era allegra, ironica, scanzonata. Era lunga, solidale, sorridente. Ma non era imponente. Nonostante le sue 200 mila persone, quel corteo attraversava il centro di Roma fluidamente così come avrebbe voluto attraversare il Paese e la sua legislazione, le città e le sue amministrazioni.
E adesso? Quali cambiamenti può provocare questo cammino di popolo? Penso che non siano in grado di valutarlo nemmeno gli analisti più avvertiti. Se solo avessimo una classe politica in grado di intercettare le urgenze, la volontà, i sentimenti della gente che abita queste strade... questa domanda diverrebbe superflua. Il risultato più sorprendete e profondo non è rivendicativo e politico quanto orizzontale e umano. È aver detto al Paese che c’è un popolo che non respinge e non lascia soli coloro che dopo i viaggi della disperazione riescono ad approdare alle spiagge della nostra umanità. Sono in molti a voler spezzare un pezzo di pane con una persona di un altro colore e a pensare che la discriminazione è una bestemmia da cancellare dal vocabolario piuttosto che inserirla nelle pagine del codice. Discriminare mai. Discriminare nessuno.