Lettera aperta a don Alessandro Santoro
Caro Alessandro, fratello mio. La notizia della tua rimozione da tutti gli incarichi (pastorali e non) da parte dell’Arcivescovo di Firenze perché hai celebrato le nozze di una donna nata uomo, mi coglie assolutamente di sorpresa. Non mi interessa qui entrare nel merito delle questioni teologico-morali e canoniche. L’aspetto che maggiormente mi amareggia è venire a conoscenza del fatto che il provvedimento sia stato assunto in maniera chirurgica e non olistica.
Per parlar semplice mi pare che l’arcivescovo non sia mai venuto ad incontrare il quartiere e i suoi problemi, la tua comunità e i suoi operatori, ovvero non abbia tenuto in conto il complesso della tua/vostra azione pastorale e sociale a favore della gente che abita le case de Le Piagge e soprattutto degli ultimi accanto ai quali vi spendete quotidianamente.
L’augurio è che il tempo di riflessione e preghiera, che sembra esserti ingiunto come una punizione, possa divenire tempo di Dio per tutti. Anche per il vescovo della tua chiesa locale e per tutti coloro che si sentono parte della comunità cristiana e che rischiano ancora di ritrovarsi in mano le pietre destinate all’adultera e sono sordi all’invito del Maestro.
Coraggio, fratello proseguiamo il cammino. Insieme. Ho la convinzione profonda che alla fine il paradiso ci riserverà un sacco di belle sorprese!