L’acqua del Senato è privata

6 novembre 2009 - Tonio Dell’Olio

Due giorni fa è stata approvata al Senato una legge che prevede una prima e parziale privatizzazione dell’acqua corrente a partire dal 2011. Si tratta di una decisione gravissima di cui, molto probabilmente, tanti degli stessi senatori non hanno piena consapevolezza. Spesso gli schieramenti di voto vengono decisi dai capigruppo sentito il parere dei membri delle commissioni e gli altri non si pongono il problema. Il provvedimento è grave certamente perché apre la strada alla privatizzazione di un bene comune, prezioso e insostituibile scaricando, in previsione, sulla povera gente un aumento dei prezzi che potrebbe diventare insostenibile. Ma a preoccupare maggiormente è il principio per il quale anche un bene comune essenziale possa essere assoggettato alle regole del mercato e diventare una merce da comprare e da vendere.
Alla Cittadella di Assisi dal 27 al 30 dicembre prossimi si rifletterà su questi aspetti sapendo che i cittadini non devono assoggettarsi passivamente a scelte che riguardano la propria vita e la propria vita quotidiana. Intanto i movimenti per l’acqua si sono dati appuntamento il 18 novembre in Piazza Montecitorio mentre comincerà anche nell’altro ramo del Parlamento la discussione della legge.

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