Con i nostri risparmi producono armi

13 novembre 2009 - Tonio Dell'Olio

Se chiedessimo a un cittadino qualunque se è d’accordo con la produzione e l’uso delle dannatissime cluster bombs (bombe a grappolo), nel 99% dei casi ci sentiremmo rispondere di no. Tanto meno sarebbe disposto a finanziarne la produzione. Eppure forse quella stessa persona non lo sa, ma se ha acquistato dei prodotti finanziari dalla Bnl sta di fatto sostenendo la produzione di bombe a grappolo senza che qualcuno gli abbia mai chiesto il permesso. Bnp Paribas, gruppo di cui fa parte l'italiana Bnl, è tra i maggiori finanziatori di aziende che producono clusters. Nel nostro Paese la banca è al secondo posto della graduatoria, preceduta solo da Unicredit e seguita a ruota da Intesa Sanpaolo. Bnp opera nel mercato delle cluster bombs tramite fondi d'investimento e Società di investimento a capitale variabile (Sicav).
Non è facile individuare questi percorsi, ma la rivista Valori insieme all’IRES Toscana ha ricostruito il percorso dei prodotti finanziari che, per generare maggiori profitti, vengono investiti nella produzione di armi. La campagna contro le “banche armate” invita a chiedere conto agli istituti bancari che gestiscono i nostri risparmi, di rinunciare a tali investimenti, pena la sottrazione dei risparmi stessi. Basta aggiungere una “t” e diventiamo tutti risparmiattori.

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