Alienum est a ratione
“Alienum est a ratione”. È un latino facile. Vuole dire “È fuori dalla ragione”, “fuori di testa “, “roba da persone disturbate mentalmente”. È un’espressione usata da Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in Terris (1963), dove si afferma che ritenere che le guerre possano portare alla pace “alienum est a ratione”.
E viene subito in mente l’episodio di domenica scorsa, 13 dicembre, in piazza Duomo a Milano, quando il Presidente del Consiglio viene colpito in faccia da un pesante modellino del duomo, lanciato da una persona che, ci dicono giornali e familiari, è in cura psichiatrica da tanti anni.
Un gesto violento inqualificabile e ingiustificabile, da condannare come molti hanno detto, senza se e senza ma. Un’aggressione grave. Un gesto che lo stesso autore, scrivendo le sue scuse, definisce “vigliacco e inconsulto”.
Pensavo, che ogni volta che c’è qualcuno a cui viene spaccata la faccia con conseguenze a volte anche peggiori fino alla morte, dovremmo esprimere condanna per il gesto e solidarietà alla vittime.
Quando capita a chi viene arrestato, si trova con la faccia spaccata e ucciso non si sa bene come e da chi. “Alienum est a ratione”.
Quando la faccia viene spaccata a chi fa parte di un altro gruppo, magari anche solo sportivo, a chi non la pensa come te. A chi si trova con la vita spezzata a causa delle bombe, intelligenti, all’uranio impoverito o al fosforo. “Alienum est a ratione”.
A chi si trova a saltare su una mina o cluster bomb costruita anche con il contributo di qualche banca italiana. “Alienum est a ratione”.
A chi si trova vittima delle varie armi esportate dall’Italia: siamo il secondo Paese al mondo per export di armi leggere e l’ottavo per vendita di vari sistemi d’arma, con un giro di soldi di oltre 40 miliardi di dollari, pari ad una spesa pro capite per ogni italiano di 689 dollari (rapporto Sipri 2009).
E quante guerre, più o meno dimenticate, in cui siamo direttamente coinvolti.
Quante facce spaccate. Quante vite spezzate. Sarebbe doverosa, da parte di tutti, la solidarietà alle vittime e la condanna del gesto, senza se e senza ma. Inqualificabile violenza. “Alienum est a ratione”.
Eppure l’export di armi italiane nel 2008 è aumentato del 220%. (La stampa, 14 aprile 2009). E quante missioni di guerra, chiamate magari missioni di pace, hanno spaccato la vita delle persone?
In questi giorni, 17 anni fa, tornavamo da Sarajevo dopo essere stati in 500, con i Beati costruttori di pace, in quella città assediata, con don Albino Bizzotto, don Tonino Bello, don Luigi Bettazzi. Ci avevano giudicato fuori di testa. Noi, nonviolenti e disarmati. E non fuori di testa invece chi aveva fornito le armi per quella folle guerra. Sulle colline attorno a Sarajevo era visibile, sulle casse delle granate usate per colpire tanti civili innocenti nella capitale bosniaca, la scritta “made in Italy”. “Alienum est a ratione”.
Domenica scorsa era Santa Lucia. Le chiediamo di aprirci gli occhi perché, se non possiamo giustificare il lancio del modellino del duomo contro la faccia di una persona, non possiamo accettare che ci siano guerre, che ci siano aerei, magari esposti in bella vista proprio in piazza Duomo come Eurofighter Typhoon (cfr. Mosaico di pace, dicembre 2009, pag 46) che servono solo a... spaccare la vita di tanti innocenti.
E cosa dire dei nuovi aerei da guerra F35? Che possono portare anche bombe nucleari. La spesa prevista è di circa 15 miliardi di euro. Molto più di quanto servirebbe, secondo fonti governative, per ricostruire l’Abruzzo terremotato. Chi lancia il modellino del duomo viene giustamente assicurato alla giustizia e giudicato malato di mente.
E chi prepara le guerre e lancia le bombe?
“Alienum est a ratione”.