Terzo augurio per l’anno nuovo
Ti vorrei ricco di promesse mantenute e carico di frutti maturi. Chiederei a te di sorprenderci con quanto nessuno ha mai osato nemmeno sperare. Che tu sia canto e danza, luce e stupore. Ma anche occupazione, informazione finalmente liberata e acqua per tutti. Insomma bellezza e giustizia, pane e poesia.
Caro 2010 restituiscici almeno la capacità di sognare. Ce l’hanno drammaticamente sottratta in maniera furtiva. Nei processi lo definirebbero “furto con destrezza”. Tragica è la sottrazione di sogno che è stato operata verso le nuove generazioni e, credimi, non c’è niente di più triste di una società in cui i giovani siano più realisti dei propri padri. Ripiegati nello spazio del presente e non protesi verso una speranza in cui altri hanno smesso di credere. Sazi di fredda virtualità e non annunciatori del nuovo che si scalda al primo sole dell’aurora.
Ecco, caro 2010, piuttosto che la vincita record al superenalotto, insinua in ogni coscienza il virus del cercare, la sindrome della non-autosufficienza, la temperatura alta della festa. Spalanca gli occhi dei giovani a scrutare piaceri che vadano oltre lo spot della pubblicità. Insomma, dona a tutti, i brividi della felicità autentica, trasparente e giocosa. Un anno nuovo davvero!