Haiti

14 gennaio 2010 - Tonio Dell'Olio

Nel momento in cui scrivo, le agenzie rilanciano il dato aggiornato delle vittime del terremoto di Haiti e ogni aggettivo incespica tra i denti. Si rifiuta d’essere pronunciato perché è inadeguato a descrivere e tantomeno a definire quello che è accaduto. Si parla di 500 mila morti. Un momento di silenzio prima di cominciare a muovere tutti i passi necessari verso la solidarietà. Perché è avvenuto in uno dei Paesi più poveri della terra. Prima del terremoto ha subìto dittature violente, governi corrotti, politiche internazionali di affamamento. Il terremoto è solo l’ultima sciagura in ordine di tempo delle sue disgrazie. Quando la terra trema in un Paese fragile, miete un numero maggiore di vittime. La comunità internazionale finora faceva persino fatica a rintracciare Haiti sulle cartine geografiche perché questo Paese è di una povertà ancora peggiore di Angola, Congo, Birmania... in quanto non ci sono risorse da sfruttare nemmeno nel suo sottosuolo.
Un momento di silenzio e tanta solidarietà.

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