Quando le vittime sono i bambini

11 febbraio 2010 - Tonio Dell'Olio

Forse la vera misura di una civiltà è il rispetto dell’infanzia. Il virus della violenza circola a piede libero e si abbatte ormai da tempo proprio sui bambini nelle forme più diverse, perverse e imprevedibili. Se è vero che la storia ci insegna che sono sempre le persone più indifese a pagare il prezzo più alto della follia bruta, bisognerà ammettere che non si era mia arrivato a un tasso tanto alto ai danni dei bambini. È tempo di una riflessione più profonda, attenta, scrupolosa. Si sta violando quella sacralità che non solo avvolgeva ma proteggeva l’infanzia come zona inviolabile. Persino i codici mafiosi, una volta, risparmiavano i minori! Al contrario, oggi, le cronache quotidiane ci sbattono sotto gli occhi episodi di pedofilia, violenze gratuite e follie domestiche che si abbattono su bambini inermi. Tutti segnali preoccupanti di una recrudescenza senza precedenti. Qualcuno sostiene che c’è sempre stata ma che si prima si avvaleva della complicità dell’ombra che non fa sapere, nasconde, non informa. Qualcuno, insomma, sostiene che il problema sta nel fatto che oggi, a differenza del passato, veniamo a sapere ciò che prima, avveniva ugualmente, ma nel silenzio. Ma se anche fosse vera questa analisi, è possibile che dobbiamo rassegnarci al fatto che inevitabilmente i bambini debbano essere condannati a divenire vittime sacrificali della follia degli adulti? Non vedo soluzioni se non la nonviolenza. Disciplina che ci vede ancora analfabeti ma in cui a mettere i voti sono proprio i bambini.

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