L'eccezione dell'imbroglio
Cricche e combriccole. Così siamo ridotti! Di consorterie di interessi è costellato il Belpaese. Di gente che briga e che imbroglia, di gruppi che da appalti e commesse, spreme utili e prebende. Elegantemente furbi nei loro abiti scuri, sembrano arruolati nei corpi speciali dell'assalto all'appalto. Compiacenze rispettabili e mazzette mimetizzate. Tutte rigorosamente a carico del contribuente su cui si abbattono i costi finali. Una sciagura nazionale che sembra trasformarsi in un male endemico. La pellagra dei tempi moderni che non colpisce chi i soldi non ce li ha, ma soltanto imprenditori e politici già profumatamente pagati e soddisfatti. E puntualmente vengono definiti eccezione. Escrescenza impropria di un sistema che regge. Invece sembra essere "eccezione diffusa". E pertanto, regola di cui danno conto ampiamente gli archivi delle procure più che le sentenze dei tribunali. E la barca va. Navigando tra imbrogli e tangenti, truffe, frodi, estorsioni, corruzioni e concussioni. Un vocabolario penale e amministrativo che ormai straripa di definizioni che rincorrono la genialità perversa degli imbroglioni.
A quando il coraggio di dire stop alle puntate? Rien va plus, le jeux son faits! A chi spetta pronunciare la frase? Magistratura, classe imprenditoriale, educatori, politici, istituzioni d'ogni genere? Tutti e tutti insieme per favore. Per un Paese pulito e per sperare finalmente di costruire. Senza tangenti.