I martiri, l'amore vero e le elezioni
"L'Italia ripudia la guerra"
È il 24 marzo. È il giorno della preghiera e del digiuno per i missionari martiri. Il cuore e la mente vanno ai tanti martiri e, primo fra tutti, al vescovo Romero, assassinato 30 anni fa a San Salvador, mentre celebrava la messa. Il giorno prima aveva detto durante l'omelia: "In nome di Dio e in nome di questo popolo sofferente i cui lamenti salgono al cielo sempre più tumultuosi, vi supplico, vi prego, vi ordino in nome di Dio: basta con la repressione!".
Ma subito la cronaca mi porta, come un pugno allo stomaco, alla realtà dei nostri giorni di campagna elettorale. Ai toni pesanti, agli insulti, altro che amore che vince l'odio! A partire dal presidente del Consiglio che offende pesantemente la candidata donna, attuale presidente della Regione Piemonte, come del resto aveva già fatto con l'on. Bindi, e anche con le donne albanesi, per le quali, se belle "possiamo fare un'eccezione" nei confronti dei criminali che le portano in Italia.
C'è poco da ridere! C'è da preoccuparsi, molto!
Se poi aggiungiamo il clima che respiriamo di populismo, di superficialità, ci accorgiamo che non c’è una riflessione di fondo, ma un parlare alla pancia della gente, un cavalcare e aumentare le paure, l'aggressività. Lo abbiamo sentito più volte, anche qualche giorno fa, da parte del sindaco di Novara, candidato nella lista dell'on Cota, nei confronti della Caritas che aiuta i clandestini.
Certo, per il primo cittadino di Novara, l'ambiente del CdA di Alenia di cui fa parte deve risultare un po' diverso da quello della Caritas, che ci ricorda la crisi, i poveri (stranieri e italiani), le fatiche, le sofferenze.
È più semplice alzare i toni, aggredire e non riflettere, non affrontare le situazioni reali e comportarsi come ha fatto l'on. Cota qualche mese fa rispondendo così ad alcune mie sollecitazioni: "Le sue lettere non meritano risposta...".
Si, non c'è proprio niente da ridere. C'è da preoccuparsi, molto!
Perchè i valori cristiani, le "nostre" radici, vengono, anche in questi giorni, tirati per la giacchetta, utilizzati come 'armi' per la campagna elettorale. Si difendono i crocifissi di legno... e si calpestano i crocifissi in carne e ossa. Non è così che si difende la vita. Non è con lo scontro, con i giochini su internet contro i barconi di disperati che fuggono dai Paesi in guerra. Non è questo l'amore vero.
Mi ricordava in questi giorni un caro amico, anziano e saggio, che l'amore vero, non quello degli striscioni, non ha bisogno dell'odio per esistere. La grandezza dell'amore non viene dalla contrapposizione con l'odio.
L'amore... è! Punto e basta.
E se proprio non si riesce a usare il cuore, al posto della pancia, sarebbe già un successo usare il cervello, il ragionamento, il buon senso.
Credo allora che sia interessante e curioso nello stesso tempo, ricordare che la data di oggi vede alcuni importanti anniversari da non dimenticare:
24 marzo 1944: eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma
24 marzo 1980: assassinio del vescovo Romero a San Salvador
24 marzo 1999: inizio bombardamenti Nato contro Serbia e Kossovo
E, infine, una data che forse pochi conoscono. Possa essere un richiamo alla speranza e un rinnovato impegno per i politici e per tutti noi:
24 marzo 1947: approvazione dell'art 11 della nostra Costituzione: 'L'Italia ripudia la guerra'.