Un voto di primavera
Votiamo e votiamo bene e votiamo tutti. Non è solo dovere civico. È esercizio di libertà. È cittadinanza piena e partecipazione. È dire che mi interessa la vita di tutti (compresa la mia) anche oltre lo zerbino della mia porta d’ingresso. Che non è indifferente per il territorio in cui abito che si scelga energia rinnovabile o nucleare. Che l’acqua sia pubblica o privata. Che i consiglieri regionali siano onesti o corrotti e che la politica sia incoraggiata da buone pratiche e spirito di servizio.
Alcuni giovani studenti mi hanno confidato di aver preso 50 euro ciascuno per poter riempire la sala in cui un candidato doveva tenere il suo discorso. Altri pagano la stessa cifra per un voto da garantire e provare. Ma ci sono candidati che hanno mostrato (anche con le scelte precedenti al proprio impegno in politica) che ci credono, che vogliono fare, promuovere e produrre cambiamento. Ma votare, da solo non basta. Non una delega ma un mandato a termine da seguire e sostenere per collaborare e vigilare. Sulla coerenza e sul lavoro. Sulle scelte e le conseguenze. Compromettersi per vincere lo schifo ed emergere dalla palude di ipocrisia in cui la pratica della politica sembra essere precipitata.
Un voto di primavera insomma. Profumo di erba fresca di campo.
Scommettere insieme sulla mietitura che dia pane e dignità.