Armi di seconda mano
L’italia è tra i primi produttori ed esportatori nel mondo di armi cosiddette leggere. Il mese scorso il “Center for American Progress”, un istituto statunitense, ha pubblicato un’analisi molto interessante. Il documento stima che nel mondo ci siano attualmente circa 875 milioni di armi leggere. Di queste, solo un terzo sono nelle mani di “forze dell’ordine o di sicurezza riconosciute da un punto di vista legale”, le altre finiscono nelle mani di eserciti irregolari e di terroristi, nonché ad alimentare i conflitti che attualmente producono il maggior numero di vittime nel mondo. Tra l’altro nel documento viene affermato quanto segue: “Controlli sulle esportazioni e valutazioni attente dei consumatori finali sono importanti ma è altrettanto importante assicurarsi che le armi in eccedenza, obsolete e potenzialmente destabilizzanti, siano tolte dalla circolazione; sono queste le armi spesso utilizzate nei conflitti brutali di paesi come la Colombia, il Sudan, la Repubblica democratica del Congo, lo Sri Lanka o la Somalia”. Si tratta insomma di armi di seconda mano vendute a prezzi più accessibili e pertanto utilizzate anche per le cosiddette guerre a bassa intensità. Che cosa stiano facendo la comunità internazionale e i governi per fermare questo traffico, non è dato sapere.