Padre Alfredo

16 aprile 2010 - Tonio Dell'Olio

Padre Alfredo (è il nome con cui lo conoscono tutti a Salvador Bahia) mi accompagna nelle favelas che non avrei potuto visitare senza di lui. Passando con l'auto in un quartiere, mi dice di tenere il finestrino abbassato anche se piove. Nel codice non scritto di questa zona, le auto che non abbassano i finestrini sono della polizia, hanno bisogno di nascondersi e, giusto qualche giorno fa, hanno ucciso due poliziotti senza apparente motivo. Ci sono aree della città che obbediscono ad un'altra legge e riconoscono altre autorità.
Lo conoscono tutti, padre Alfredo, perché in una favela ha aperto una specie di scuola materna per i bambini sieropositivi, da un'altra parte dà rifugio ai minori minacciati di morte, a Rio Vermelho tiene corsi di formazione per avviare al lavoro i ragazzi di strada, ora ha iniziato anche con i trans. Per noi trans è uguale prostitute ma, a sentir loro, se avessero la possibilità di un lavoro dignitoso, non esiterebbero ad abbandonare la strada. Ma chi prende un trans a lavorare presso la propria azienda o negozio o ufficio? E così conosco Paola che dirige la scuola di formazione “Adolescente apprendiz”.
Un passo dopo l'altro per riscattare una città al potere delle mafie locali e del pregiudizio.

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