25 aprile
Domani è il 25 aprile che a me hanno insegnato a chiamare Festa della Liberazione. Dagli egoismi di pochi che schiacciano i bisogni, i diritti, i sogni di molti. Di tutti gli altri. Dalle paure dello straniero e del diverso a cui muovere guerra. Ieri col triangolo nero per gli “asociali”, verde per i criminali, rosa per gli omosessuali, blu per gli immigrati (lavoratori forzati stranieri), viola per i testimoni di Geova, rosso per gli oppositori politici, giallo per gli ebrei. Oggi tutti senza triangolo. Liberati solo da quello?
25 aprile per ricordare a tutte e tutti quanto sia importante scrollare dal dorso dell’attualità ogni forma di discriminazione e di persecuzione. Liberazione dalle politiche di facciata che dicono senza fare o che fanno quel che vogliono senza nemmeno dirlo. Liberazione dalla miseria e dall’indifferenza. Dai privilegi che calpestano l’uguaglianza. Dai fascismi e non solo dal fascismo. Dal potere quando è strapotere e prepotenza. Dalla violenza.
25 aprile come festa nelle strade perché la guerra è finita e come impegno perché finisca per sempre.
Per tutti.
Baciamo la terra di questo 25 aprile.