Da Perugia ad Assisi
Migliaia di passi nella stessa direzione. Piedi, corpi, menti e anime in movimento. In movimento. Per un’autentica e profonda conversione ecologica dell’universo. Per dire che i soldi per gli armamenti sono sottratti alle politiche di sicurezza e che la guerra è la parola più anacronistica, più fuori dalla storia e dalla testa delle gente. Che invece ha bisogno di sicurezza sul lavoro e in famiglia. Ha bisogno di scuole che educhino e di sanità che curi. Lo abbiamo detto qualche giorno fa anche al capo di Stato Maggiore delle Difesa. Senza sconti e senza diluizioni diplomatiche. Un cammino da Perugia ad Assisi per chiedere che non vi sia più angolo sperduto del mondo in cui i diritti umani non sono legge. Un’agenda della politica dettata da un popolo in cammino e non dalle opportunità delle strategie e degli schieramenti, dal calcolo delle convenienze e dei privilegi. Una marcia con i piedi in Umbria e il cuore in Birmania, Iran, Colombia, Congo, Afganistan...
Fratelli d’Italia. Ma anche sorelle. Fratelli del mondo. Un mondo di volti. Un mare di storie che vogliamo guardare col periscopio delle vittime. La violenza ha sempre lo stesso colore. Mafiosa, imperialista, economica, terroristica, bellica. Il sangue ha sempre lo stesso colore. Ma anche la speranza che proviamo a costruire insieme. Nello stesso cammino. Da Perugia ad Assisi.