Festeggiamo Panahi
Facciamo un girotondo per festeggiare la libertà di Panahi. Quanto vorremmo fosse la libertà di tutto un popolo! È stato rilasciato il regista iraniano Jafar Panahi, dopo il pagamento di una cauzione di 160 mila euro. Confermato però il prosieguo dell'iter giudiziario a carico del regista: “le pratiche giudiziarie e amministrative sono ancora in corso”, si affretta a far sapere il Governo. Era stato arrestato insieme alla sua famiglia il 1° marzo scorso. Stava girando un film sulle proteste degli studenti iraniani contro il governo. La sua liberazione è un segno timido da parte del potere giudiziario iraniano che obbedisce agli indirizzi del governo e non gode di nessuna forma di autonomia. Perché è tipico dei regimi totalitari restringere le libertà degli altri, a cominciare da quelli delle magistratura. Per intenderci: in Iran ad essere intercettati sono solo gli oppositori del potere di Ahmadinejad. E i giornali non pubblicano né indiscrezioni, né critiche, né le voci dei dissidenti. La separazione (autonomia) del potere giudiziario è condizione essenziale della democrazia. La libertà dell’informazione anche. È bene ricordarlo per custodire questo patrimonio inestimabile in ogni parte del mondo. Anche in Italia.