Nelle acque di Gaza l’umanità è ferita a morte
Non sono le bandiere della pace a stare a mezz’asta ma quelle dell’umanità. Perché nelle acque di Gaza, l’umanità è stata ferita. A morte. Quel sentimento di umanità che abbiamo sentito invocare come una litania durante i bombardamenti di Gaza: restiamo umani, restiamo umani... questa notte è stato offeso dalla violenza più ottusa. Quella che non discerne nemmeno tra gli obiettivi della propria crudeltà.
Le forze israeliane hanno seminato morte nel campo della speranza. Le persone della Freedom Flotilla andavano a rinnovare patti di solidarietà con i reclusi a cielo aperto di Gaza. E sembra di ascoltare un grido: dov’è il resto del mondo? Dove le istituzioni che dicono di credere e affermare un diritto internazionale, un diritto ad esistere, un dovere a soccorrere, la pace come fondamento di tutto? Non il silenzio ma la verità. Non la violenza ma l’umanità. Non l’oppressione di un popolo ma la giustizia. Un tribunale subito per non rendere vano questo sangue versato e il permesso internazionale ad attraccare a Gaza per portare aiuto a quella popolazione.