2 giugno: parata militare? No, grazie!

31 maggio 2010 - Renato Sacco

È domenica 30 maggio. Poco prima di spegnere il computer leggo la lettera di Maria Luisa Busi, nota giornalista ex-conduttrice del Tg1, che tra l’altro scrive: “Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? ... E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese...”
Sono le 23,30. Accendo la Tv e c’è uno speciale del Tg1, ‘L’inchiesta’, su don Luigi Di Liegro, un grande prete romano, responsabile Caritas. In studio conduce Monica Maggioni, con vari ospiti. Un programma che mi sembra ben fatto. Si parla dell’impegno di don Luigi, del suo essere accanto ai poveri, di giustizia, di pace, di obiettori di coscienza, dei carcerati, degli stranieri, delle sue denunce nei confronti del potere, ecc..
Che bravo il Tg1 a parlare di don Luigi Di Liegro. Peccato che sia morto nel 1997. Che bravo il Tg1 a parlare dei poveri, della solidarietà, della pace e della giustizia, dei comitati contro le attività di don Luigi… di cose, insomma, tutte ormai passate.
Certo è importante non dimenticare quanto detto e fatto ieri, così come figure profetiche come quelle di don Di Liego. Purtroppo, però, è solo uno sguardo al passato.
Quando vediamo il Tg1 in diretta, che dovrebbe parlare dell’attualità, dei poveri di oggi, degli ultimi, della giustizia, del potere politico, ci rendiamo tutti conto che è davvero “un’informazione parziale e di parte”.
C’è il silenzio su molte situazioni e tragedie di oggi. Oppure il racconto è molto poco da servizio pubblico: basti ricordare che Monica Maggioni, è arrivata a Baghdad, nella guerra del marzo 2003, a bordo di un carroarmato USA e i suoi servizi erano da inviata di guerra, embedded, che parlava in prima persona, dalla colonna militare che occupava l’Iraq. E i toni del racconto li possiamo immaginare. E basti anche ricordare che l’inviato Claudio Pagliara in Israele forse non ha mai pronunciato la parola ‘ muro’.
Dopo le notizia di stanotte – del massacro sulle navi di Freedom Flotilla dirette a Gaza – non so come si muoverà l’informazione del Tg1. So che si muovono tante persone, tanta gente che denuncia questo massacro. Segnalo Mosaico dei giorni di Tonio Dell’Olio e il comunicato di Pax Christi Italia (www.paxchristi.it).
Non aggiungo altro su questo massacro.
Vorrei solo sperare che il Tg1, mercoledì 2 giugno, in occasione della parata militare, non faccia la diretta… non celebri gli strumenti e i soldi per la guerra, magari dicendo che sono per la pace.
Almeno un po’ di pudore.

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